Intelligenza, questi sono i segnali che rivelano se sei un genio o se hai un figlio dotatissimo: bastano osservare queste 5 cose

Bambino a scuola - foto (C) Teleone.it

Bambino a scuola - foto (C) Teleone.it

Quei cinque segnali che indicano qualcosa di importante sui figli: ed ecco cosa deve fare la scuola.

Oggi l’educazione scolastica è al centro di una trasformazione profonda, guidata dalla tecnologia, dai nuovi metodi di insegnamento e da una società sempre più attenta ai bisogni individuali degli studenti. Non è più sufficiente trasmettere nozioni: la scuola ha anche il compito di riconoscere e valorizzare i talenti, promuovendo la creatività e lo spirito critico. Questo cambiamento è evidente sin dalle prime classi della scuola primaria, dove bambini di appena sei o sette anni mostrano già delle competenze che è possibile definire “sorprendenti” in ambiti come la lettura, il calcolo o la logica astratta.

Ed oggi, in un mondo in cui tutto (o quasi) è “misurabile”, anche l’intelligenza è diventata oggetto di analisi sempre più approfondite. Grazie a test cognitivi, strumenti digitali e osservazioni pedagogiche, è oggi possibile individuare bambini con un’intelligenza fuori dal comune, i cosiddetti plusdotati o “gifted”. Si tratta di bambini che, pur frequentando regolarmente la scuola, possono sentirsi spaesati, annoiati o addirittura emarginati da un sistema che non sempre riesce a rispondere ai loro bisogni specifici.

È importante sottolineare che non sempre i segnali di una mente brillante si manifestano in maniera eclatante. Un bambino plusdotato può apparire distratto, svogliato o addirittura problematico, proprio perché si annoia con contenuti per lui banali. Questo comporta il rischio di diagnosi errate, come l’ADHD o disturbi dello spettro autistico ad alto funzionamento. La sfida della scuola moderna è quindi quella di saper leggere tra le righe e comprendere le vere esigenze di questi studenti.

L’accesso precoce alle tecnologie ha permesso ai bambini di sviluppare capacità che, fino a pochi anni fa, si manifestavano solo in età adolescenziale. Alcuni imparano a leggere a tre anni, altri mostrano capacità logico-matematiche sorprendenti prima ancora di iniziare la scuola. In questo contesto, diventa essenziale saper distinguere tra semplice curiosità e vera e propria plusdotazione, per offrire un percorso scolastico adeguato e stimolante.

I cinque segnali che indicano se tuo figlio è un genio

La definizione ufficiale di “plusdotato” si basa su un QI superiore a 130. Tuttavia, oggi la situazione è più complessa, in quanto si riconosce che l’intelligenza di cui si parla è composta da molteplici dimensioni: linguistica, musicale, visuo-spaziale, matematica, interpersonale. I bambini ad alto potenziale spesso presentano delle determinate caratteristiche, che andiamo ad elencare.

1.  ASepprendimento rapido: assorbono concetti complessi con estrema facilità e spesso senza bisogno di spiegazioni dettagliate.
2. Pensiero astratto precoce: dimostrano capacità di ragionamento complesso già prima dei sei anni.
3. Interesse per concetti “adulti”: si trovano più a loro agio con persone più grandi, preferendo dialoghi più profondi.
4. Curiosità intelligente: non si limitano a chiedere “perché”, ma vogliono scoprire cosa c’è oltre, in profondità.
5. Capacità di lettura precoce: imparano a leggere da soli, spesso già attorno ai tre anni.

Ma, come evidenziano gli studi, nonostante il talento molti di questi bambini sperimentano problemi scolastici. Spesso si annoiano e perdono interesse per attività considerate troppo semplici o ripetitive. Alcuni manifestano irritabilità, altri diventano solitari. Se non ricevono stimoli adeguati, rischiano di spegnere la propria motivazione, rallentando o bloccando il proprio percorso di crescita intellettuale. Ed è qui che entra in gioco il ruolo cruciale degli insegnanti e dei genitori. In molti casi, sono proprio i docenti a segnalare le difficoltà o le eccezionali capacità di un bambino. Quando c’è un sospetto di plusdotazione, è possibile rivolgersi ai servizi di neuropsichiatria infantile, dove vengono effettuati test specifici per valutare le reali competenze cognitive e intellettive.

Scuola, classe vuota - foto (C) Teleone.it
Scuola, classe vuota – foto (C) Teleone.it

A volte serve un percorso didattico personalizzato: difficoltà che un bambino gifted può incontrare

Dietro comportamenti difficili o atteggiamenti disinteressati può, dunque, celarsi una mente brillante. La comprensione e la diagnosi corretta diventano fondamentali per evitare errori educativi o terapeutici. Una volta accertata la plusdotazione, diventa essenziale strutturare un percorso didattico personalizzato. Proprio come accade per i disturbi dell’apprendimento, anche per i bambini gifted è previsto dalla normativa un PDP (Piano Didattico Personalizzato), che può includere strategie mirate, percorsi alternativi e, in alcuni casi, il salto di classe.

Non sempre però la scuola è pronta. Come riporta il Corriere della sera, la mancanza di formazione specifica tra gli insegnanti e la difficoltà di adattare programmi standardizzati rendono complicata l’applicazione effettiva di questi piani. Una recente sentenza del TAR di Vicenza ha annullato la bocciatura di un dodicenne plusdotato, sottolineando come un’istruzione non adatta possa compromettere il futuro di questi ragazzi. In aiuto alle famiglie c’è l’AISTAP (Associazione Italiana per lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione), che collabora anche con il Consiglio Europeo per l’Alta Capacità e offre supporto e formazione a genitori, educatori e istituzioni. Investire sull’educazione dei bambini gifted non significa solo supportare una minoranza, ma dare valore al futuro della società. Riconoscere il talento, rispettarlo e valorizzarlo è una sfida pedagogica e culturale che non può, nel modo più assoluto, ancora essere rimandata.