Pensione minima, purtroppo l’Inps è categorico: non la vedi neanche in cartolina | Questo dettaglio ti esclude subito

inps insegna - teleone.it

inps insegna - teleone.it (Fonte X)

E’ possibile ottenerla, ma bisogna che ci siano alcuni tipi di requisiti: per tutti gli altri, le cose cambiano.

Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente negli ultimi decenni. Quest’oggi per ottenere un contratto a tempo indeterminato bisogna compiere una… vera impresa. E tutto ciò accade, purtroppo, per le nuove generazioni. Molti giovani entrano nel mercato con contratti precari, a progetto o a tempo determinato, senza alcuna garanzia sul lungo periodo. Questo si traduce spesso in una mancanza di continuità contributiva, che ha conseguenze dirette sul futuro pensionistico.

In parallelo, molte aziende non versano regolarmente i contributi previdenziali, lasciando i dipendenti in una situazione ancora più incerta. Il risultato è un numero crescente di persone che si avvicina alla soglia della pensione con un quadro contributivo insufficiente o, in alcuni casi, completamente assente. A complicare il quadro ci pensa l’innalzamento dell’età pensionabile, voluto dai vari governi per contenere i costi del sistema previdenziale.

Negli ultimi anni, infatti, il legislatore ha aumentato l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia, che oggi è fissata a 67 anni. Ma questo provvedimento ha suscitato forti proteste da parte dei sindacati e delle categorie più fragili, che si vedono costrette a lavorare ben oltre i limiti fisici, spesso in mansioni usuranti. Le tensioni sociali stanno crescendo e il dibattito sul futuro del sistema previdenziale italiano è più acceso che mai.

In questo contesto difficile, molti si pongono una domanda precisa: è possibile andare in pensione senza aver mai lavorato? La risposta è sì, ma non è così semplice come potrebbe sembrare. Esiste infatti un istituto chiamato “assegno sociale“, che consente di ricevere una prestazione economica anche in assenza di contributi, purché si rispettino determinati requisiti.

Cos’è e come funziona l’Assegno sociale: i requisiti

L’assegno sociale è una misura economica destinata alle persone che, pur avendo compiuto i 67 anni di età, non hanno mai versato contributi sufficienti per ottenere una pensione di vecchiaia. L’importo per il 2025 è pari a 534,41 euro per 13 mensilità. Tuttavia, non è un diritto automatico: occorre soddisfare criteri molto precisi. Innanzitutto, il richiedente deve essere residente in Italia da almeno dieci anni in modo legale e continuativo. Inoltre, è necessario trovarsi in una condizione di bisogno economico, cioè avere un reddito annuo inferiore a 6.947,33 euro (per i non coniugati) o a 13.894,66 euro (per i coniugati).

Oltre al requisito reddituale, è richiesta la cittadinanza italiana o una condizione equiparata, come nel caso dei rifugiati o di cittadini extracomunitari con permesso di lungo soggiorno. Il diritto all’assegno sociale non è uguale per tutti. Se il richiedente è non coniugato e privo di reddito, riceverà l’assegno in misura intera. Se invece possiede un reddito inferiore alla soglia annuale prevista, riceverà un importo ridotto. Lo stesso vale per i soggetti coniugati: se il reddito familiare complessivo non supera i 13.894,66 euro, l’assegno viene erogato totalmente o parzialmente in base alla fascia reddituale.

Pensione e pensionati (pexels) - teleone.it
Pensione e pensionati (pexels) – teleone.it

Ma l’Inps non dice di “sì” proprio a tutti: occhio a questi dati

Ma passiamo ad un altro dettaglio importante: è fondamentale sapere che l’INPS prende in considerazione solo alcuni tipi di reddito: ad esempio, quelli soggetti a IRPEF, i redditi da terreni e fabbricati. Ci sono cose che, invece, non vengono considerate. Fra queste il valore della casa in cui si vive, il trattamento di fine rapporto e le eventuali anticipazioni. Questo significa che anche chi possiede una casa può ottenere l’assegno sociale, se rispetta i limiti di reddito previsti dalla legge. Una volta accertato il diritto, il pagamento dell’assegno parte dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Ma attenzione: si tratta di una misura provvisoria, soggetta a verifica annuale da parte dell’INPS. In caso di variazione delle condizioni reddituali o di residenza, il beneficio può essere revocato.

Per rispondere alla domanda che in tanti si fanno, dunque, anche chi non ha mai lavorato ha la possibilità di accedere a un sostegno economico nella vecchiaia. L’assegno sociale rappresenta una forma di tutela minima, che però richiede attenzione nella gestione della propria posizione. Chiunque pensi di avere i requisiti può rivolgersi a un patronato o direttamente all’INPS per avviare la procedura di richiesta. La “sicurezza” nella terza età non dovrebbe essere un lusso, ma un diritto garantito. In un’Italia in cui il lavoro stabile è un miraggio e i contributi spesso non vengono versati, l’assegno sociale è un salvagente fondamentale. Tuttavia, serve una riforma strutturale che metta al centro le reali condizioni della popolazione e assicuri un futuro dignitoso per tutti.