Petto di pollo, non comprare mai questo qui: lo trovi in tutti i supermercati | Dopo un giorno sei costretto a gettarlo nella pattumiera

Pollo al supermercato - foto (C) Teleone.it
Quando si parla di cibo nei supermercati, due parole chiave: qualità e consapevolezza.
Un giorno sì… e l’altro anche, milioni di italiani si affidano agli scaffali dei supermercati per riempire le proprie dispense. Ma la vera sfida, ogni volta, è selezionare i prodotti “giusti“, quelli veramente di qualità. Quando si parla di alimenti freschi, come pesce e carne, poi, i dubbi non fanno che aumetare: il pesce sarà davvero fresco? E la carne proviene da allevamenti controllati o da produzioni intensive?
I consigli degli esperti sono chiari: controllare sempre l’etichetta, preferire i tagli interi, diffidare dai prezzi troppo bassi. Per il pesce, la freschezza si misura con occhi lucidi, branchie rosse e pelle brillante. Sulla carne, meglio orientarsi su prodotti italiani certificati, magari provenienti da allevamenti non intensivi e privi di antibiotici. Ma oggi uno degli argomenti più caldi riguarda il pollo, la carne bianca più consumata al mondo.
Nel banco frigo del supermercato può sembrare tutto uguale, ma scegliere il pollo giusto significa fare attenzione a dettagli fondamentali. Questo tema è diventato centrale dopo una serie di inchieste che hanno svelato retroscena critici sugli allevamenti intensivi, dai quali proviene oltre il 95% della carne di pollo venduta. Una situazione che invita alla riflessione e a scelte più consapevoli da parte dei consumatori.
Le inchieste, come quella di Essere Animali sul fenomeno del white striping (strisce bianche sul petto) e quella della BBC sugli hock burns (lesioni alle zampe), hanno sollevato interrogativi importanti: come vengono allevati i polli? Che impatto ha questo sul prodotto finale? E soprattutto, cosa possiamo fare noi al supermercato per acquistare carne più sana, etica e sostenibile?
White striping e hock burns: cosa sono e cosa implicano?
Secondo Monica Guarino Amato, ricercatrice del CREA, le strisce bianche sulla carne di pollo derivano da selezioni genetiche volte ad aumentare la produzione di carne a basso costo. Si tratta di una miopatia muscolare causata dalla crescita troppo rapida degli animali: alcune fibre muscolari si necrotizzano e vengono sostituite da grasso, riducendo il valore nutrizionale del prodotto.
Discorso simile per gli hock burns, che non sono vere bruciature ma dermatiti da contatto, simili a piaghe da decubito, dovute a lettiere sporche o animali troppo pesanti per muoversi. Anche se in Italia questi casi sono meno frequenti grazie ai controlli veterinari, resta fondamentale sapere cosa si porta a tavola.

Il pollo è sicuro? Meglio stare attenti a questi dettagli…
La presenza di strisce bianche o segni sulle zampe non rende la carne pericolosa per la salute. Tuttavia, è un segnale del tipo di allevamento e di benessere animale. Gli esperti consigliano dunque di lasciar perdere l’acquisto e di preferire polli interi, meno soggetti a selezioni estreme e con caratteristiche più naturali. Inoltre, sono spesso cresciuti in condizioni meno stressanti, con densità inferiori e maggiore spazio vitale. Dal punto di vista nutrizionale, quando le strisce sono leggere non c’è grande differenza, ma se sono marcate la qualità del prodotto cala. È importante, quindi, che i consumatori prendano coscienza di queste informazioni per orientarsi verso scelte alimentari più sostenibili.
Il mercato segue la domanda: se tutti acquistano solo petto di pollo economico, i produttori continueranno ad allevare animali geneticamente modificati per produrne sempre di più. Se invece si preferiscono polli interi, si spinge verso una filiera più equilibrata, rispettosa del benessere animale e della salute. Infine, il tema del prezzo e dell’etichettatura è cruciale. I polli allevati senza antibiotici o all’aperto offrono carni più nutrienti e ricche di omega 3. I polli biologici, alimentati con mangimi naturali e lasciati liberi di razzolare, garantiscono una qualità superiore ma a costi maggiori. La scelta, in fondo, è nostra. La domanda è sempre la stessa, insomma: si vuole solo risparmiare o anche mangiare meglio? Da qui, ogni decisione al supermercato.