aeroporto - foto teleone.it
Pasqua e Pasquetta non significano vacanza per tutti: milioni di italiani saranno regolarmente al lavoro, anche nei giorni festivi.
Secondo una recente elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA su dati Istat, oltre 5 milioni di lavoratori saranno in servizio durante la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo. Una fotografia poco conosciuta, ma significativa, di un’Italia che non si ferma mai, nemmeno nei giorni di festa.
Nel dettaglio, si parla di circa 1,3 milioni di autonomi – tra artigiani, agricoltori e commercianti – e 3,8 milioni di dipendenti. L’aumento negli ultimi anni è stato favorito dalla liberalizzazione degli orari commerciali introdotta dal governo Monti, che ha spinto molte attività a restare operative anche nei festivi. Una regione come la Sicilia, dove il turismo ha un peso economico rilevante, vede coinvolti migliaia di lavoratori nei comparti della ristorazione, dell’accoglienza e della sanità. A questi si aggiungono i servizi pubblici e di emergenza, che continuano a funzionare per garantire assistenza e sicurezza.
Il fenomeno è distribuito in tutta Italia, ma con differenze regionali significative. La Lombardia guida per numero assoluto di lavoratori attivi nei festivi (593.600), seguita da Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna. In proporzione alla popolazione, spiccano invece Sardegna, Liguria e Abruzzo. Anche in Sicilia la percentuale è elevata, a conferma del peso dei settori turistico e sanitario.
“Il turismo pasquale del 2025 è un segnale forte di fiducia e vitalità economica nonostante le tensioni globali, con ricadute dirette su ristorazione, commercio locale, servizi culturali e mobilità”, commenta Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro. “Secondo le nostre elaborazioni, il record di 567 mila posti di lavoro in più segnerà un incremento di reddito mensile di oltre 879 milioni, dimostrando ancora una volta come il benessere diffuso sia motore di crescita per il Paese. Dobbiamo comunque evidenziare che il 43% delle famiglie in partenza ha avuto necessità di ricorrere a prestiti”.
“Le famiglie rappresentano il 40% dei viaggiatori, con una spesa giornaliera tra i 150 e i 200 euro – spiega Sandro Susini, direttore del Centro Studi di Conflavoro – ma anche i giovani (30% del totale) si muovono numerosi, privilegiando viaggi brevi ed economici, spendendo 70-100 euro al giorno. Le mete più gettonate saranno Lazio (3 milioni di turisti), Toscana (2,5 milioni), Campania (2 milioni), Sicilia (1,8 milioni) e Puglia (1,5 milioni), con Roma in testa grazie all’effetto Giubileo. Il turismo diffuso favorirà anche città d’arte come Firenze, Venezia, Napoli e Milano, ma anche destinazioni balneari e culturali”.
Tra i lavoratori dipendenti, le categorie più attive nei giorni di festa sono quelle del settore alberghiero e ristorazione con 785.000 addetti, seguite dalla sanità (774.500) e dal commercio (689.900). Solo questi tre comparti rappresentano ben il 60% del totale. In particolare, nel settore della ristorazione, il 70% dei lavoratori è operativo anche nei giorni rossi del calendario.
A dare continuità ai servizi fondamentali troviamo medici, infermieri, forze dell’ordine, autisti, operatori dei media, baristi, cuochi, pizzaioli, panificatori, taxisti, animatori, farmacisti e persino gelatai e fioristi. Sono le colonne portanti di un sistema che non può fermarsi.
Nonostante i numeri in crescita, l’Italia rimane leggermente sotto la media europea: nel 2023, il 20,4% dei lavoratori era impiegato nei giorni festivi, contro una media UE del 20,6%. I Paesi dove si lavora di più nei festivi sono Paesi Bassi (38,6%), Malta (35,8%) e Finlandia (35,4%). Ultima, la Germania con solo il 14,6%.
Il fenomeno solleva anche un tema sociale: molti di questi lavoratori restano invisibili agli occhi della società, pur svolgendo un servizio fondamentale. I contratti collettivi prevedono indennità o riposi compensativi, ma il bisogno di riconoscimento e valorizzazione rimane forte. (aeroporto, foto teleone.it)
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