Sanità, le principali cause di morte in Sicilia sono ora note: i dati non mentono | Non sottovalutare mai questi sintomi

Medico in ospedale - foto (C) Teleone.it
Ogni regione italiana ha le sue, di cause principali: ecco la situazione nell’isola. I dati shock sulla mortalità.
La prevenzione in medicina, è risaputo, rappresenta uno strumento insostituibile per ridurre i tassi di mortalità e migliorare la qualità della vita. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, una diagnosi precoce può ridurre fino al 30% la mortalità da tumori e malattie cardiovascolari. In Italia, ogni anno, migliaia di vite vengono salvate grazie a programmi di screening mirati e campagne di sensibilizzazione, ma la copertura resta disomogenea da regione a regione.
Inutile dire che un sistema sanitario efficiente dovrebbe puntare con decisione sull’educazione alla salute, sull’accesso facilitato ai controlli periodici e sulla diagnosi tempestiva. Nonostante questi dati incoraggianti, l’Italia è ancora afflitta dal problema della malasanità, che colpisce trasversalmente da Nord a Sud. Solo negli ultimi mesi si sono verificati numerosi casi: interventi chirurgici eseguiti su organi sani, esami diagnostici errati o referti consegnati con settimane di ritardo.
Si tratta di episodi che mettono a rischio la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sanitarie, alimentando rabbia, sfiducia e, nei casi peggiori, portando a tragedie evitabili. In Sicilia, si potrebbe tranquillamente affermare che la situazione è per certi versi piuttosto critica. Tra gli episodi più gravi, va ricordato ad esempio il recente scandalo nel Trapanese, dove decine di pazienti oncologici hanno ricevuto referti con mesi di ritardo, compromettendo l’efficacia delle terapie. Questo ritardo nei controlli ha causato peggioramenti delle condizioni cliniche e, in alcuni casi, il decesso dei pazienti prima che potessero iniziare le cure. Un fallimento strutturale, che chiama in causa responsabilità tecniche e politiche.
Ma il vero allarme in Sicilia arriva dai dati ufficiali pubblicati dalla Regione attraverso i bollettini epidemiologici. Secondo il documento pubblicato poco più di un anno fa (dati aggiornati al dicembre 2023, e partendo dal 2014), la media annua dei decessi per tutte le cause è stata pari a 53.267. Ma andiamo ad analizzare, nel dettaglio, quelle che rappresentano le principali cause.
Cause principali di morte: i numeri dietro l’emergenza
I dati epidemiologici della Regione Siciliana hanno messo in luce uno scenario chiaro, che vede come principali cause le malattie del sistema circolatorio (prima causa assoluta), i tumori maligni (seconda causa) e le malattie respiratorie. In particolare, tra le donne emergono anche il diabete e il tumore alla mammella, mentre tra gli uomini preoccupano i tumori dell’apparato respiratorio e le patologie polmonari cronico-ostruttive. Ad ogni modo, le malattie cardiovascolari continuano ad avere un impatto devastante. Ischemie, infarti e ictus rappresentano da soli circa il 35% dei decessi registrati. Seguono i tumori maligni, con oltre 13.000 decessi all’anno: tra gli uomini spiccano quelli ai polmoni, alla prostata e al colon, mentre tra le donne preoccupano soprattutto quelli alla mammella e al colon-retto.
Un altro dato significativo è rappresentato dalla mortalità infantile: nel 2020, in Sicilia si sono registrati 3 morti ogni 1.000 nati vivi, contro una media nazionale di 2,5. Un valore che, seppur in calo rispetto al passato, resta preoccupante e indice di una fragilità strutturale nel sistema delle cure materno-infantili. La correlazione tra tasso di mortalità infantile e qualità socio-sanitaria è confermata anche dalla letteratura internazionale.

Disuguaglianze sanitarie e territori più colpiti
L’analisi non si ferma alla singola provincia, e c’è da dire che, in definitiva, non tutte le province siciliane sono colpite allo stesso modo. Secondo l’elaborazione DASOE, i tassi di mortalità sono, infatti, più elevati a Catania, Siracusa e Caltanissetta. Le differenze territoriali sono legate non solo alla presenza di strutture sanitarie carenti o sotto organico, ma anche a stili di vita poco salutari, come l’alto tasso di sedentarietà, obesità e fumo tra la popolazione. Il bollettino regionale segnala anche la necessità di programmi di prevenzione personalizzati, capaci di raggiungere gruppi vulnerabili e promuovere screening periodici. Ma dovrebbe esser chiaro che non basta aumentare le risorse: è indispensabile infatti intervenire su stili di vita, accesso alle cure e qualità dell’assistenza sanitaria.
Solo così si potrà invertire una tendenza preoccupante che, al momento, non mostra segnali concreti di miglioramento. La salute pubblica in Sicilia resta, dunque, una sfida complessa: servono politiche più incisive, investimenti nella medicina territoriale e soprattutto una maggiore attenzione alla prevenzione. Troppe morti sono ancora oggi evitabili. La strada è ancora lunga, ma l’analisi dei dati in esame può fare da “bussola” per risanare il sistema, salvando migliaia di vite.