Dopo il reddito d’inclusione c’è quello garantito: ti danno più di 1000 euro | Questi cittadini già l’hanno preso

Messaggio cellulare sul lavoro - foto (C) Teleone.it
E per tutti i lavoratori c’è anche la grande opportunità di spendere il proprio tempo per la “crescita umana”.
E’ possibile soltanto immaginarlo, probabilmente. Ma come sarebbe un mondo in cui le persone ricevono uno stipendio mensile senza essere obbligate a lavorare? Nessuna scrivania, nessun cartellino da timbrare, nessun capo a cui rendere conto. Una realtà che sembra lontana, quasi utopica, ma che qualcuno, in Europa, ha seriamente sperimentato. E i risultati, dobbiamo ammetterlo, sono stati peraltro parecchio sorprendenti.
Il dibattito sul reddito di base universale torna prepotentemente sotto i riflettori grazie a un’iniziativa concreta, reale, che ha coinvolto centinaia di partecipanti. L’idea alla base è semplice quanto rivoluzionaria: cosa succederebbe se le persone ricevessero un reddito garantito, indipendentemente dal fatto che lavorino o meno?
I critici temono che smetterebbero di produrre, ma la realtà dimostra il contrario. Le persone, libere da vincoli economici, tendono a dedicarsi a ciò che amano e a investire su sé stesse. Il mito dell’ozio viene così smentito da dati concreti. L’associazione no-profit Mein Grundeinkommen ha scelto 122 cittadini tramite una lotteria, offrendo loro 1.200 euro al mese per tre anni. Nessuna condizione. Solo un reddito fisso, garantito. Il risultato? Niente caos o anarchia. I partecipanti hanno scelto di studiare, formarsi, avviare progetti personali o semplicemente vivere con maggiore equilibrio.
Secondo l’analisi pubblicata da Fanpage, le ore lavorate settimanalmente dai partecipanti sono risultate in media le stesse di chi non ha ricevuto il contributo. Il lavoro, sorpresa delle sorprese, si può dire che non è assolutamente sparito. Questo, semmai, è soltanto “cambiato”. Il mutamento è stato in particolare in quelle che sono le sue modalità. È diventato, sotto certi punti di vista, molto più “umano”, più allineato ai desideri e alle competenze individuali. Senza ombra di dubbio, insomma, un po’ come una vera e propria rivoluzione silenziosa.
E in Europa? Esperimenti sui giorni in meno… ma con più qualità
In molte aziende europee, in parallelo, si sta sperimentando la settimana lavorativa di 4 giorni, mantenendo lo stesso stipendio. Anche in questo caso, i risultati sono positivi: i dipendenti sono più felici, più produttivi e ricevono premi fino a 4.400 euro. La riduzione dell’orario non ha causato cali di rendimento.
In un’epoca in cui il benessere psicologico è diventato un tema centrale, queste iniziative mostrano che cambiare il modo in cui viviamo il lavoro non è solo possibile, ma auspicabile. Ridurre l’orario lavorativo o garantire un reddito base può davvero trasformare la società in meglio. Il reddito di base, in questo senso, si trasforma da semplice sostegno economico a potente strumento di crescita umana. Un incentivo a essere più liberi, più consapevoli e più motivati nel costruire il proprio percorso, senza le ansie legate alla sopravvivenza economica.

Il caso di Sergei, che ha “reinventato” sé stesso
A proposito dell’esperimento portato a termine, uno degli esempi più emblematici è stato quello di Sergei Justus, un uomo di 44 anni selezionato per ricevere il reddito. Sergei ha raccontato la sua esperienza al quotidiano tedesco Hessenschau, spiegando come abbia usato quei soldi non per “scappare dal lavoro”, ma per reinventare sé stesso. In poche parole, secondo quanto riportato, l’uomo ha trascorso più tempo all’aria aperta, ha ripreso a coltivare relazioni sociali e ha deciso di seguire la sua vera passione: lo yoga.
Con il supporto economico, Sergei ha completato la formazione per diventare insegnante. Un chiaro esempio di come un reddito garantito possa diventare una leva per la realizzazione personale. Ma il dibattito, così come va avanti ormai da diversi anni, rimane comunque più che mai acceso: chi teme che questo modello possa “disincentivare il lavoro” dovrebbe forse guardare a esperienze reali come quella tedesca. Le persone, se libere, non smettono di agire: cambiano semplicemente il modo in cui scelgono di farlo. E’ soltanto una utopia? O forse l’inizio di una nuova realtà dove il valore dell’essere umano non è legato solo alla sua produttività? Sia un sogno, oppure no, di certo sarebbe un modo grazie al quale il tempo verrebbe finalmente “restituito” a chi lo vive. Dove vivere meglio è un diritto, non un premio.