Terremoto stipendi, doccia fredda per tutti i lavoratori: quanto ti tolgono in busta paga | Meglio saperlo prima

Lavoratore triste, disperazione - foto (C) Teleone.it
Dal governo nessuna buona notizia: gli stipendi di milioni di italiani vanno “in discesa”.
La “sorpresa” sarà tutt’altro che… pasquale. Nonostante le attese, anche nella mensilità di aprile gli stipendi del settore pubblico risultano più bassi del previsto. Il motivo è sempre lo stesso: il mancato aggiornamento del sistema NoiPa che avrebbe dovuto applicare il nuovo taglio del cuneo fiscale a partire da gennaio 2025.
Il ritardo nella messa a punto del software sta penalizzando migliaia di lavoratori statali. L’assenza di questa misura – che è prevista dal governo come sostegno per i redditi medio-bassi – si traduce in una perdita economica, di cui parleremo più avanti. Una somma non trascurabile per molti dipendenti pubblici, soprattutto in un contesto di inflazione persistente e costi della vita in aumento.
Il taglio del cuneo fiscale avrebbe dovuto sostituire la precedente decontribuzione, rendendo più leggere le trattenute fiscali e aumentando il netto in busta paga. Tuttavia, la realtà è ben diversa: ad oggi, il software NoiPa non ha ancora implementato la funzione necessaria, lasciando migliaia di cedolini incompleti.
Secondo quanto trapela da fonti ministeriali, il pieno adeguamento del sistema dovrebbe avvenire solo a partire da giugno, ma senza garanzie certe. Una prospettiva che non rassicura i lavoratori né i sindacati.
I più colpiti: insegnanti, funzionari e personale amministrativo
A essere maggiormente penalizzati da questa situazione sono gli insegnanti, i funzionari ministeriali e i dipendenti delle agenzie pubbliche. Queste categorie rappresentano una fetta significativa del pubblico impiego, e per loro ogni ritardo si traduce in una perdita tangibile del potere d’acquisto.
In alcuni casi, i nuovi contratti collettivi firmati recentemente hanno fornito un parziale sollievo, ma il mancato inserimento del cuneo fiscale vanifica buona parte degli aumenti previsti. La perdita di cui parliamo, nello stipendio di aprile, sarà di circa 80-100 euro. La tensione, al di là di tutto, è palpabile, anche perché la campagna elettorale per le RSU è in pieno svolgimento e il tema degli stipendi rischia di diventare centrale nel dibattito.

Rabbia tra i sindacati e tensione nel governo
Il malcontento è arrivato anche ai vertici politici. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, si trova ora sotto pressione da parte delle principali sigle sindacali. Organizzazioni come Confsal Unsa e Cisl FP hanno richiesto spiegazioni ufficiali e parlano apertamente di danno economico per i lavoratori. I sindacati denunciano non solo l’assenza del bonus previsto dalla Legge di Bilancio, ma anche una mancanza totale di trasparenza nella comunicazione da parte di NoiPa. Il rischio, secondo alcune sigle, è che la fiducia nel sistema venga meno, con conseguenze anche sul piano politico e contrattuale.
Alcuni rappresentanti sindacali hanno già minacciato di intraprendere azioni legali contro NoiPa, ritenuto responsabile di un disservizio che si protrae da troppo tempo. Il clima è teso, e lo scenario potrebbe degenerare se non arriveranno risposte chiare e rapide. Per molti lavoratori statali, il mancato adeguamento del cuneo fiscale ha neutralizzato gli effetti positivi derivanti dai rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024. Una beffa che rischia di avere ripercussioni anche sul fronte elettorale interno alle amministrazioni pubbliche.