Legge 104, ora c’è il cambiamento se hai un figlio: tutti i genitori dovrebbero saperlo | È legge

Legge 104, leggi e agevolazioni (foto contocorrenteonline.it) - teleone.it

Legge 104, leggi e agevolazioni (foto contocorrenteonline.it) - teleone.it

Cambiamenti e variazioni possibili con la legge 104 del ’92: occhio a queste novità.

In Italia, la Legge 104 del 1992 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per chi affronta quotidianamente problematiche legate alla disabilità. Si tratta di una normativa che offre tutele trasversali: dall’assistenza alla mobilità, dal lavoro alle agevolazioni fiscali, fino al supporto psicologico e sociale. Un sistema di protezione che coinvolge non solo il disabile, ma anche le famiglie che se ne prendono cura.

Grazie a questa legge, migliaia di persone possono contare su strumenti concreti per affrontare la vita con maggiore serenità. Tra i benefici più noti troviamo permessi lavorativi retribuiti, detrazioni fiscali per l’acquisto di veicoli o attrezzature specifiche e sostegni economici erogati dall’INPS. Ma non finisce qui: la Legge 104 ha creato anche un quadro giuridico per garantire i diritti nel lungo termine.

Uno degli aspetti meno discussi ma di fondamentale importanza riguarda la pianificazione del futuro per le persone con disabilità grave. In particolare, come garantire il benessere di un figlio disabile quando i genitori non ci saranno più? È su questo fronte che oggi il legislatore e il Governo stanno ponendo grande attenzione, studiando misure e strumenti sempre più mirati.

La successione ereditaria è un tema delicato che coinvolge sia aspetti affettivi sia giuridici ed economici. Le famiglie hanno il diritto – e il dovere – di pianificare con lucidità e sensibilità, per assicurare ai figli con disabilità un domani il più possibile sereno, protetto e autonomo. Un figlio disabile ha il diritto di ricevere un’eredità al pari di qualsiasi altro soggetto. Tuttavia, se la disabilità comporta l’incapacità di intendere e di volere, l’accettazione dell’eredità deve avvenire attraverso il tutore o l’amministratore di sostegno, secondo quanto stabilito dagli articoli 348 e 405 del Codice Civile.

I diritti dei figli e l’autorizzazione che viene richiesta

Prima di accettare l’eredità, il tutore deve ottenere l’autorizzazione del giudice tutelare. Tale autorizzazione viene concessa solo dopo un’attenta valutazione della consistenza dell’asse ereditario. Si tratta di una misura di protezione ulteriore che evita che il disabile erediti anche eventuali debiti, mettendo a rischio il proprio patrimonio. Tra le soluzioni più efficaci, la legge prevede una serie di strumenti pensati appositamente per la tutela patrimoniale dei disabili. Tra questi troviamo il vincolo di destinazione, il contratto di affidamento fiduciario, la sostituzione fedecommissaria e il trust per disabili. Queste opzioni aiutano a evitare conflitti con altri eredi e a garantire un sostegno continuativo nel tempo.

Ad esempio, il vincolo di destinazione (art. 2645 ter c.c.) permette di destinare beni specifici al sostegno di un disabile, rendendoli non aggredibili da eventuali creditori. Il contratto di affidamento fiduciario, invece, affida la gestione di beni a un soggetto incaricato di occuparsi del disabile fino alla sua morte. In entrambi i casi, l’obiettivo è assicurare che i beni vengano utilizzati esclusivamente per il benessere della persona fragile. Un altro strumento è la sostituzione fedecommissaria, che consente di vincolare un’eredità in modo che venga trasferita a un secondo erede dopo la morte del primo. Infine, il trust per disabili, regolamentato dalla “legge Dopo di Noi” (L. 112/2016), rappresenta una delle soluzioni più complete e sicure.

Pagamento delle tasse - foto teleone.it
Pagamento contributi tasse e detrazioni – foto teleone.it

Un importante beneficio fiscale, con la detrazione dell’Irpef

Il trust di cui parliamo consente a un genitore (o altro familiare) di destinare un patrimonio a favore del figlio disabile, che verrà gestito da un trustee sotto la supervisione di un guardiano. I beni inseriti nel trust sono separati da quelli del trustee e non possono essere usati per fini diversi da quelli previsti dal disponente. I trust “Dopo di Noi” sono esenti da imposte di successione, ma per essere validi devono rispettare requisiti precisi: devono essere redatti tramite atto pubblico, devono esplicitare le finalità di assistenza e cura, e indicare con chiarezza le necessità del beneficiario, i soggetti coinvolti e la durata del trust, che deve coincidere con la vita del beneficiario.

A tutto ciò dobbiamo aggiungere anche che è previsto un beneficio fiscale importante: una detrazione IRPEF del 19% per le spese legate a polizze assicurative sottoscritte a favore di soggetti con disabilità grave, fino a un massimo di 750 euro annui. Pianificare per tempo la successione e la gestione patrimoniale dei figli disabili non è, dunque, soltanto un atto d’amore, ma anche un dovere giuridico e morale. Utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla legge significa proteggere il futuro e garantire una qualità della vita adeguata anche nei momenti più difficili.