L’Etna è tornato a farsi sentire: nuova attività stromboliana, boati, scosse e nube eruttiva verso Nord-Est

L’Etna ha dato inizio a una nuova fase di attività stromboliana dal Cratere di Sud-Est alle prime luci dell’alba. L’eruzione, iniziata intorno alle 7:00 del mattino, ha prodotto una densa nube eruttiva che si è dispersa in direzione Nord-Est, visibile da diversi comuni della zona.
Già durante la notte erano stati rilevati segnali chiari di un possibile evento eruttivo: le sorgenti del tremore vulcanico, registrate dai sistemi di monitoraggio, si trovavano localizzate a una quota di circa 2900 metri sul livello del mare. Questo dato è spesso indicativo della risalita del magma verso la superficie.
La popolazione dei paesi alle pendici del vulcano ha avvertito boati e leggere scosse sismiche, sebbene al momento non siano stati segnalati danni a persone o strutture. Il fenomeno più rilevante è stato un sisma di magnitudo 2.1 avvenuto alle 7:21 a circa 3 chilometri a sud-ovest di Zafferana Etnea, a una profondità di 2 km.
La scossa principale è stata preceduta da un altro evento tellurico della stessa intensità, registrato alle 2:06. Gli esperti rassicurano che si tratta di fenomeni rientranti nella normale attività sismica dell’area, che resta tra le più osservate e studiate d’Europa.
Secondo i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano, al momento, variazioni significative. I sensori clinometrici dislocati attorno al vulcano non hanno segnalato anomalie rispetto alle settimane precedenti.
Questa informazione è importante poiché consente di tenere sotto controllo l’evoluzione dell’evento in corso. La presenza di deformazioni improvvise potrebbe infatti indicare una pressione crescente nel sistema magmatico interno, ma fortunatamente ciò non è stato riscontrato finora.
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