“Patente e libretto ve li do un’altra volta” | Posto di blocco, il trucco legale per dileguarsi: basta avere un lavoro

La polizia al posto di blocco (lautoscuola.net) - teleone.it
Una importante tutela da parte del Codice della strada: chi lavora non può essere veramente “punito”
Toglietemi tutto… ma non la mia auto. Il senso, in fin dei conti, è proprio questo. A maggior ragione se, fermati dalla Polizia ad un posto di blocco, il mezzo è necessario per motivi lavorativi. La norma è adesso ufficiale, e affonda le radici proprio nella Costituzione italiana. Come ben si sa, l’Italia “è una Repubblica fondata sul lavoro”. Un principio che, tanto evocato e spesso in maniera soltanto “teorica”, in questo caso ha una applicazione concreta. Ed anche sorprendente, per certi versi.
Ma andiamo a spiegarci meglio. Il Codice della Strada tutela tutti coloro che si stanno recando sul posto di lavoro. In poche parole, non è possibile sanzionare chi si sta recando al lavoro. Chiunque stia utilizzando un veicolo per andare a svolgere la propria attività lavorativa, dunque, non può essere soggetto a multe o sequestri, nemmeno in caso di infrazione.
Lo stabilisce proprio una legge ben precisa che tutela i lavoratori e i mezzi necessari allo svolgimento delle loro mansioni. In pratica, se ti fermi a un posto di blocco e stai andando a lavorare, anche se hai commesso un’irregolarità con il tuo mezzo, potresti non subire conseguenze. I carabinieri o qualsiasi altra forza dell’ordine hanno infatti “le mani legate” dalla normativa in vigore.
Si tratta, dunque, di una tutela importante, oseremmo dire fondamentale, soprattutto in tempi in cui l’instabilità lavorativa e la necessità di spostarsi in autonomia per lavorare sono diventate centrali nella vita quotidiana di milioni di italiani.
Quando il lavoro nobilita e, soprattutto, “protegge”
Oggi più che mai, e lo possiamo sottolineare, avere un lavoro ha un significato ed un valore molto più profondi rispetto a quelli legati al semplice “avere uno stipendio”. Partendo da un po’ più lontano per far chiarezza sulla legge in questione, un lavoro è sinonimo di stabilità, di progettazione del futuro, di dignità personale e sociale. Per questo, il legislatore ha voluto inserire delle tutele che difendano i lavoratori anche nella loro mobilità.
Tutti coloro che lavorano utilizzano molto spesso un veicolo, sia esso un’auto privata o un mezzo commerciale. Grazie alla normativa cui ci stiamo riferendo, non si rischia il fermo amministrativo o il sequestro del veicolo stesso, purché l’utilizzo sia direttamente connesso all’attività lavorativa.

Se vi fermano non avete una “scusa”, ma… un diritto
Si tratta di una norma particolarmente importante anche e soprattutto per tutti coloro che utilizzano mezzi commerciali o strumentali alla propria attività lavorativa. Il nostro riferimento va, ad esempio, ad artigiani, tecnici, venditori, operatori del settore edilizio e tanti altri. Se il mezzo risulta uno strumento indispensabile per il lavoro in questione, arriva la tutela della legge, in maniera molto chiara.
Per chiarire ulteriormente la questione, le forze dell’ordine non potranno – pur riscontrando eventuali irregolarità – con il sequestro dell’auto se si dimostra che l’uso di quel veicolo è esclusivamente per motivi di lavoro. Una vera rivoluzione nel rapporto tra cittadino e Codice della Strada. “Devo andare a lavorare“, insomma, non è soltanto una semplice “scusa”, ma rappresenta un vero e proprio diritto. E quando il mezzo è strumentale al tuo mestiere, si ha una protezione legale che può veramente fare la differenza. In sostanza, la normativa si pone completamente a favore del lavoratore, rafforzando il ruolo centrale che il lavoro stesso ricopre nella società italiana.