Mediaset in lutto nazionale: se n’è andato il più grande di tutti i tempi | Morto a 72 anni il collega di Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi (foto bitontotv.it) - teleone.it

I colleghi fra le lacrime: “Un pezzo di vita che se ne va, malattia bastarda…”

Il mondo dello spettacolo italiano piange la scomparsa di quello che è stato, di certo, uno dei suoi più grandi protagonisti. Una figura certamente amata e rispettata, e che ha saputo farsi apprezzare sia sul palcoscenico teatrale sia sul piccolo schermo, regalando sorrisi, emozioni e momenti di autentico intrattenimento al pubblico di tutte le età. Il suo talento, la sua ironia e la sua inconfondibile voce lo hanno reso un punto di riferimento per generazioni di italiani.

La sua carriera ha abbracciato decenni di televisione, ma anche incursioni nel mondo del cinema, dove ha sempre mantenuto la propria cifra stilistica, riconoscibile e amata. Ha saputo reinventarsi nel tempo, rimanendo sempre fedele a sé stesso e conquistando la stima di colleghi e spettatori.

Per anni, in particolare durante il periodo della collaborazione con Mediaset, ha condiviso spazi televisivi e momenti di cultura pop con un altro personaggio controverso e divisivo: Vittorio Sgarbi. Insieme, tra le polemiche e i momenti esilaranti, hanno segnato un’epoca della televisione italiana, quella in cui l’intrattenimento si mescolava con la provocazione e la satira sociale. I loro confronti accesi, le battute incrociate, i duetti inaspettati, hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

Se Sgarbi – che sta attualmente attraversando un periodo sicuramente poco semplice – ha sempre rappresentato il lato più polemico e intellettuale del piccolo schermo, lui era il contraltare perfetto: ironico, diretto, capace di ridere e far riflettere, incarnando un’umanità semplice ma profonda. E la loro coesistenza in alcuni show in Mediaset è stata una delle chiavi del successo televisivo di quegli anni.

Il legame con la tv e l’esplosione nella tv cult degli anni Novanta

Diplomato presso la prestigiosa Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico nel 1975, ha iniziato la sua carriera nel mondo del teatro, costruendo una solida esperienza nelle compagnie più importanti d’Italia. Ma è stato il passaggio alla televisione a consacrarlo definitivamente al grande pubblico. La sua comicità tagliente, il suo modo unico di stare in scena e quella capacità rara di alternare leggerezza e profondità lo hanno reso inconfondibile.

Indimenticabile in alcuni dei programmi televisivi cult degli anni Novanta, ha raggiunto la piena popolarità con le fiction italiane che lo hanno portato nelle case degli italiani con personaggi iconici e battute entrate ormai nel lessico comune. La sua frase “Che amarezza” è diventata un vero tormentone, simbolo di un umorismo intelligente e mai banale.

Lutto (foto bitontotv.it) - teleone.it
Lutto (foto bitontotv.it) – teleone.it

“Un pezzo di vita che se ne va, malattia bastarda”

Una notizia, quella della scomparsa di Antonello Fassari, che aveva 72 anni, che è stata resa nelle ultime ore ancor più struggente dal ricordo commosso dei colleghi, primo tra tutti Claudio Amendola, con cui aveva condiviso l’esperienza di una delle serie più amate d’Italia. E lui era diventato uno dei volti più amati della tv proprio grazie al ruolo da indimenticabile protagonista de I Cesaroni.

Amendola, appreso della morte del collega e amico, ha dichiarato con la voce rotta dall’emozione: “Sapevamo della malattia bastarda che lo aveva colpito, ma non eravamo preparati alla notizia. Per me è un pezzo di vita che se ne va. È dura anche solo parlarne“. Il legame nato sul set era diventato qualcosa di più profondo, quasi fraterno. La produzione dell’ultima stagione della serie, già in lavorazione, sarà dedicata proprio a lui, in segno di omaggio e gratitudine per tutto ciò che ha rappresentato. Un uomo di talento e dallo spirito libero, Antonello Fassari. E il ricordo della carriera, lunga e brillante, rimarrà indelebile un po’ per tutti.