Conad, scandalo a serrande chiuse: ci rifilano il riso del terzo mondo | Questo non lo comprare mai: ti avveleni di cadmio

Insegna della Conad - teleone.it

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Uno dei piatti più amati in Italia, ma ci sono alcune varianti “killer”: attenzione massima.

E’ uno dei piatti certamente definibili fra i più “classici” ed amati, anche nella cucina italiana. Ma, in generale, si tratta di uno degli alimenti più consumati al mondo, e alla base di numerose tradizioni culinarie. In poche parole, è fondamentale per l’alimentazione di miliardi di persone. Parliamo, come qualcuno avrà già capito, del riso, un cereale collocato proprio alla base della piramide alimentare della dieta mediterranea, che raccomanda proprio il consumo quotidiano di cereali, preferibilmente integrali. Tuttavia, ciò che molti non sanno è che il riso può rappresentare anche una fonte significativa di esposizione a sostanze tossiche. Tra queste, spiccano i metalli pesanti come il cadmio e l’arsenico, che possono essere assorbiti dal terreno e accumularsi nei chicchi durante la coltivazione.

La questione della sicurezza alimentare legata al riso è oggetto di crescente attenzione da parte della comunità scientifica e delle autorità sanitarie. Anche in Italia, fra l’altro, dove il consumo di riso è molto diffuso, sono in corso controlli e studi per monitorare la presenza di metalli pesanti nei prodotti disponibili sul mercato. Ma quali sono esattamente i rischi per la salute legati all’assunzione di riso contaminato da cadmio e arsenico? E come possiamo proteggerci?

Partiamo dall’arsenico, un elemento presente naturalmente nel suolo, ma che può aumentare nei terreni a causa dell’uso di pesticidi e fertilizzanti. Il riso, coltivato spesso in campi allagati, ha una particolare capacità di assorbirlo, soprattutto nella sua forma inorganica, la più tossica. Il consumo prolungato di arsenico inorganico è stato associato a una maggiore incidenza di cancro alla pelle, ai polmoni, alla vescica e ad altri organi. Anche a livelli più bassi, può provocare problemi cardiovascolari, immunitari e neurologici, oltre a interferire con lo sviluppo dei bambini.

E che dire del cadmio, un altro metallo pesante che può contaminare il riso? Non ci sono dubbi che si tratti di sostanza tossica per i reni e può causare danni irreversibili se accumulato nell’organismo nel lungo periodo. Inoltre, è stato classificato come cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc).

I test che fanno paura: “Metalli pesanti e pesticidi nei piatti degli italiani”

Ma perché questa introduzione? Tutto dipende dalla scienza, e da alcuni test che sono stati portati avanti su diverse marche, iniziando ad entrare nel dettaglio, di riso carnaroli. Secondo quel che è risultato, infatti, alcune varietà sono state segnalate proprio perché sono stati rilevati livelli definiti “preoccupanti” di cadmio e tracce di pesticidi in alcune marche di riso carnaroli.

Il riso carnaroli, d’altronde, è tra le varietà più amate della cucina italiana, protagonista di risotti e piatti tradizionali. Ma cosa c’è davvero nei chicchi che finiscono nei nostri piatti? L’indagine in questione, svolta in modo accurato su 20 marche, ha fatto emergere dati sorprendenti e preoccupanti. Laboratori indipendenti hanno evidenziato proprio presenza di cadmio in concentrazioni vicine ai limiti di legge in molti dei campioni analizzati. Tre prodotti, in particolare, hanno superato il livello precauzionale, spingendo i ricercatori a segnalarli al Ministero della Salute per un possibile ritiro dal mercato.

Laboratorio di analisi e ricerca - foto (C) Teleone.it
Laboratorio di analisi e ricerca – foto (C) Teleone.it

Riso e metalli pesanti: ecco i marchi sotto accusa

Entriamo nello specifico. Fra le 20 confezioni di riso carnaroli sottoposte a test, tre hanno riportato livelli di cadmio oltre il limite precauzionale. Si tratta – come riporta altroconsumo.it – dei prodotti a marchio Conad (lotto L129D), Pam (L157D) e Mondella di MD (L171D). I valori riscontrati non comportano rischi immediati per la salute, ma è stata comunque richiesta una verifica da parte delle autorità sanitarie. I campioni analizzati hanno mostrato tutti residui di pesticidi entro i limiti di legge, ma in alcuni casi sono state trovate sostanze sospette, potenzialmente dannose per l’organismo umano. Dal punto di vista della qualità gustativa e della resa in cucina, il riso carnaroli ha dimostrato buone performance. Due chef professionisti hanno valutato parametri come tenuta di cottura, consistenza, cremosità e sapore. Alcuni campioni sono stati bocciati per scarso equilibrio tra i chicchi, collosità o gusto poco piacevole.

Quattro prodotti si sono distinti su tutti gli altri, ottenendo punteggi eccellenti sia in laboratorio che all’assaggio. Si tratta dei risi carnaroli Le Stagioni d’Italia, Riso del Vo, Riso Almo e Coop. Questi marchi hanno mostrato livelli di cadmio e arsenico molto al di sotto dei limiti, nessuna traccia di pesticidi pericolosi e ottima resa in cottura. Per limitare l’esposizione a queste sostanze tossiche, gli esperti consigliano di variare il più possibile la dieta, alternando il riso con altri cereali come farro, avena, orzo o quinoa. Anche il metodo di cottura può fare la differenza: lavare bene il riso e cuocerlo in abbondante acqua (rapporto 6:1) per poi scolarlo, può ridurre in parte il contenuto di arsenico.