“DOVETE RIVERSARE LA QUOTA” | Bollo auto è da ripagare, anche se lo hai già fatto: passato il DPCM

Pagamento del bollo auto teleone.it
Il bollo auto, una delle più “odiate” tasse, nasconde spesso una brutta sorpresa
Mettersi alla guida della propria auto richiede diversi “accertamenti”. Oltre a quelli che sono i controlli meccanici e assicurativi, dobbiamo infatti assicurarci anche di essere in regola con il pagamento di varie tasse, fra le quali spicca – anche perché si tratta, senza ombra di dubbio, di una delle più “odiate” – il bollo auto. Una quota che, oltre ad essere spesso un po’ “trascurata” da migliaia di automobilisti, ha comunque una grande importanza, in quanto può comportare conseguenze (anche gravi) se non viene versata nei tempi previsti.
Come si sa, il bollo auto è una tassa automobilistica di competenza regionale, obbligatoria per tutti i proprietari di veicoli registrati in Italia. L’importo varia in base a diversi fattori, come la potenza del motore (espressa in kilowatt) e il livello di emissioni inquinanti del veicolo. Ogni Regione può applicare criteri differenti, rendendo necessaria una verifica accurata soprattutto in caso di trasferimento di residenza.
La scadenza del pagamento del bollo è annuale e cade proprio all’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione del veicolo. Il mancato versamento, anche solo per pochi giorni, può far scattare sanzioni progressive che aumentano col passare del tempo. Per questo è fondamentale sapere come e dove controllare la propria situazione fiscale.
Fortunatamente, esistono diversi metodi per verificare se il bollo auto è stato pagato: il sito ufficiale dell’ACI (Automobile Club d’Italia), l’app ACI Space disponibile per dispositivi Android e iOS, e i portali regionali online accessibili tramite SPID o CIE. In alternativa, ci si può recare presso un’agenzia di pratiche auto, una delegazione ACI o un tabaccaio convenzionato.
Ma la “mazzata” è dietro l’angolo: attenzione e… sangue freddo
Ma torniamo ai “guai” che ci sono in vista quando la tassa non viene pagata entro i termini che sono definite. La cosa più brutta, un po’ per tutti, è che le sanzioni che scattano sono “crescenti”. Facendo un po’ il punto della situazione, se il ritardo è fino a 14 giorni, si applica una penale dello 0,1% per ogni giorno. Tra i 15 e i 30 giorni si arriva all’1,5%. Dopo i 90 giorni, la sanzione sale al 3,75%. Se il ritardo si prolunga oltre un anno, l’aggravio diventa del 4,29%, e dopo due anni arriva al 5%.
Il rischio più grave è, tuttavia, quello del fermo amministrativo del veicolo, che può essere disposto dopo il mancato pagamento protratto nel tempo. Nel caso in cui arrivi la decisione “definitiva”, con una raccomandata che comunica a casa di essere arrivati a questo punto “limite”, il mezzo che avremo a disposizione non potrà più completamente circolare. A quel punto, sarà necessario e indispensabile andare a saldare tutto il debito per sbloccarlo, incluse sanzioni e interessi.

La comunicazione da incubo: “Dovete ripagare tutto”
Ma andiamo ad una delle problematiche in passato riscontrate da migliaia di cittadini. Il tema è quello dei bolli non pagati. Questi vanno in prescrizione dopo tre anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Dopo questo termine, l’utente può richiedere l’annullamento della cartella esattoriale se non ha ricevuto alcun avviso ufficiale. Tuttavia, ogni notifica formale fa ripartire da zero il conteggio della prescrizione.
Ma la cosa importante è, tornando a quanto anticipato, conservare sempre la ricevuta di pagamento del bollo auto, che ha valore legale e va mantenuta per almeno cinque anni. L’arco temporale è abbastanza grande ma, se questa viene smarrita, possono iniziare i problemi. Anche un estratto conto bancario può valere come prova, ma è assolutamente consigliabile mantenere in un cassetto la ricevuta ufficiale. Sono stati numerosi, come detto, i casi in cui – anche in concomitanza con errori dei sistemi informatici – gli utenti sono stati costretti a pagare nuovamente una o più quote non risultanti. Soltanto in tal modo, mantenendo questa documentazione, è possibile evitare multe ingiuste.