Canone Rai, nell’uovo di Pasqua c’è la sorpresaccia: 750€ di mazzata | Meloni ci pesta a sangue

Pagamento del canone Rai (sorgenia.it) - Teleone.it
Ci sono “trucchi” per guardare tutti i programmi televisivi, ma il rischio multe si “moltiplica” esponenzialmente…
Le cose si complicano parecchio, per tutti coloro che non fanno le cose esattamente… “per bene”. E potrebbero complicarsi ancor di più, quando di mezzo c’è il cosiddetto “pezzotto”, uno dei termini ultimamente più noti in Italia, soprattutto per tutti coloro che cercano di guardare le partite dei massimi campionati nel nostro Paese, e non solo, senza spendere quanto richiesto dalle emittenti che ne detengono i diritti.
Scatta dunque un nuovo allarme, per il mondo della televisione digitale, ed anche per ciò che concerne gli abbonamenti ai vari servizi della tv via cavo. E’ bene sapere, intanto, che secondo fonti investigative sarebbero già stati identificati oltre 13mila fruitori di servizi IPTV pirata. La novità riguarda proprio questi utenti. Se colti sul fatto, infatti, riceveranno una sanzione di 750 euro alla prima violazione. Nel caso in cui, come potrebbe poi essere certificato successivamente con altri controlli, fossero nuovamente scoperti, la multa potrebbe salire a 1500 euro.
Si tratta di un dato abbastanza importante, diremmo impressionante, che fa capire quanto questo fenomeno sia radicato e quanto sia necessaria una risposta forte e tempestiva da parte delle istituzioni. La Guardia di finanza e la polizia postale stanno utilizzando software sempre più sofisticati per tracciare e identificare gli indirizzi IP collegati a queste attività illegali.
Ma le cose, come detto in precedenza, potrebbero complicarsi ancor di più anche in merito al legame fra coloro che utilizzano servizi di televisioni “pirata” ed i diritti della Rai, che, come ben sappiamo, impone un canone annuale a tutti i cittadini in Italia. Ma andiamo con ordine, evidenziando quel che accade con il cosiddetto “pezzotto”, le criticità che sono emerse soprattutto negli ultimi anni, e quel che è stato portato a galla dagli inquirenti, che proprio negli ultimi mesi hanno portato a termine importanti operazioni in quest’ambito.
Vedi tutte le partite, ma i rischi (anche grandi) sono tanti altri
L’allarme “pezzotto”, dunque, ha scosso il mondo della televisione digitale e degli abbonamenti. Tutti coloro che utilizzano servizi IPTV illegali rischiano, come anticipato, multe fino a 750 euro alla prima infrazione e fino a 1500 euro in caso di recidiva.
Il termine è diventato uno dei più tristemente noti in Italia, soprattutto tra chi cerca di guardare partite di calcio su DAZN, Sky o altre piattaforme senza spendere quanto richiesto proprio dalle emittenti. Ma, come è stato accertato dalla Polizia Postale o dalle Autorità che hanno scoperto “l’inghippo”, i rischi non si fermano soltanto alle multe o alle sanzioni. Tutti coloro che fanno uso dell’IPTV illegale possono, infatti, andare incontro anche a furti di dati personali, malware, oltre a veri generi di violazione della privacy. Il rischio, dunque, non si ferma soltanto alla visione illegale.

E poi c’è anche la RAI, con la “mazzata” legata al Canone
Che le cose si siano mosse in maniera consistente, dal punto di vista dei controlli, è stato dimostrato anche da altri Paesi europei. In Grecia, per citare soltanto un esempio, è già entrata in vigore una normativa sotto certi aspetti “rivoluzionaria”. L’emendamento 65A ha infatti aggiornato le leggi sul copyright, ed adesso scattano sanzioni anche per il semplice possesso di app in grado di accedere a contenuti pirata. Con questa legge, le autorità possono identificare in tempi brevissimi i trasgressori. Ma torniamo all’Italia, perché qui i rischi vanno aumentando per quelle migliaia di utenti che sono abituati a cercare “scorciatoie” per risparmiare sugli abbonamenti televisivi, e che non si rendono conto delle conseguenze legali e dei rischi informatici.
Ma, fra i rischi, ce n’è anche uno legato ad un’altra legge, che in Italia è quella sul Canone Rai: questo, come è noto, richiede il pagamento annuale di una quota per usufruire delle trasmissioni offerte dalla tv di Stato. Anche per tutti coloro che guardano soltanto i canali della Rai, ma attraverso l’uso del “pezzotto”, dunque, la “mazzata” diventa ancor più pesante, perché oltre agli oltre 750 euro di sanzione, che possono diventare anche 1500 euro, scatterebbero con tutta probabilità anche controlli che, di conseguenza, porterebbero anche ad imporre il pagamento dell'”odiato” canone. Alla fine, il messaggio delle istituzioni è più che chiaro: il tempo della tolleranza è finito, e la pirateria audiovisiva rappresenta un danno economico rilevante, oltre che un pericolo per la sicurezza degli utenti.