Misilmeri Sara Campanella funerali - foto (C) teleone.it
In centinaia per l’ultimo saluto a Sara Campanella, 22 anni, uccisa da un collega di corso che la perseguitava da anni.
La bara bianca di Sara Campanella è stata portata a spalla fino alla chiesa di San Giovanni Battista, nel cuore di Misilmeri, in un silenzio assordante spezzato solo da un lungo e commosso applauso. La giovane studentessa universitaria, uccisa brutalmente il 31 marzo da Stefano Argentino, suo compagno di corso che da tempo la tormentava, è stata accompagnata nel suo ultimo viaggio da una folla commossa e sconvolta.
Nella piazza gremita, un maxi schermo ha permesso anche a chi non è riuscito ad entrare in chiesa di assistere alla cerimonia. Le transenne erano addobbate con uno striscione emblematico: “Nel ricordo di Sara, a difesa delle donne: basta femminicidi”. Lo stesso messaggio era stato esposto anche allo stadio dai tifosi del Palermo, un grido di dolore collettivo contro la violenza sulle donne.
Numerosi i giovani presenti al funerale, molti dei quali indossavano una maglietta nera con la scritta “No Violenza”. Tanti amici e compagni di università hanno voluto salutare Sara portando con sé una sua foto o un palloncino a forma di cuore, simbolo di amore e memoria. Le strade che collegano la camera ardente alla chiesa erano affollate fin dalle prime ore del mattino.
In prima fila, i familiari distrutti dal dolore: i genitori, il fratello, il fidanzato. Tutti uniti in un dolore che ha scosso l’intera comunità di Misilmeri e non solo. Presenti anche le autorità locali, tra cui il sindaco di Messina, Federico Basile, che ha proclamato il lutto cittadino nella città dello Stretto in segno di vicinanza e solidarietà.
Alla cerimonia funebre ha partecipato anche la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari. In un toccante intervento, ha annunciato che sarà conferita alla memoria di Sara la laurea in Tecniche di laboratorio biomedico, corso di studi che la giovane stava per completare. Un gesto simbolico per onorare il suo impegno, la sua dedizione e il suo sogno spezzato troppo presto.
“Sara era una studentessa brillante – ha detto la rettrice – e avrebbe contribuito con la sua professionalità a migliorare il mondo della medicina e della ricerca. La sua vita è stata strappata da un gesto di odio, ma la sua memoria vivrà anche attraverso questo riconoscimento accademico”.
L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha tenuto una toccante omelia durante il funerale. Le sue parole hanno scavato nei cuori di tutti i presenti: “Siamo qui sconvolti, senza parole, davanti al corpo di Sara martoriato e sacrificato. Perché questo strazio indicibile ai genitori, al fratello, al fidanzato, agli amici, a una città intera?”
“Vediamo – ha proseguito – come la violenza abbia ancora una volta distrutto la bellezza di una giovane donna, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza del suo futuro. Sara aveva scelto liberamente di amare, aveva scelto una strada fatta di studio, di professione, di sogni. Tutto interrotto in modo assurdo e crudele”.
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