Salvini ti regala una Ferrari da 150.000€: basta avere la patente italiana e questo ISEE | Paga tutto lo Stato

Matteo Salvini (foto iltempo.it) - teleone.it
Basta parlare col commercialista e capire a quanto ammonta l’agevolazione: ecco i dettagli.
Le spese di rappresentanza aiutano aziende e professionisti a migliorare la propria immagine e il prestigio del brand, con possibili vantaggi fiscali. Nel mondo del business, la “reputazione” e la capacità di attrarre nuovi clienti sono fattori essenziali per il successo di una azienda. E proprio con questo obiettivo – quello di migliorare proprio la reputazione – molte imprese sostengono spese che sono finalizzate a rafforzare la loro immagine e a consolidare rapporti commerciali. Questi costi, noti come “spese di rappresentanza”, rientrano in una categoria ben precisa e, in alcuni casi, possono anche beneficiare della deducibilità fiscale. Ma spieghiamo bene quali possono essere definite “spese di rappresentanza”, e quali opportunità danno alle società che le sfruttano.
Le spese in questione comprendono tutti quegli investimenti che non hanno una correlazione diretta e immediata con i ricavi aziendali, ma che sono strategici per il posizionamento dell’impresa. Eventi, regali aziendali, sponsorizzazioni e pranzi di lavoro sono solo alcune delle voci che rientrano in questa categoria. La normativa fiscale stabilisce criteri precisi affinché tali costi possano essere considerati deducibili.
È necessario che siano spese proporzionate al volume d’affari dell’azienda e che abbiano una chiara finalità promozionale o di pubbliche relazioni. Tuttavia, esistono limiti e condizioni specifiche per evitare abusi e garantire che queste spese siano realmente finalizzate alla crescita dell’attività. Capire cosa rientra nelle spese di rappresentanza e come ottimizzarle dal punto di vista fiscale può fare la differenza nella gestione economica di un’azienda, rendendo questi investimenti ancora più vantaggiosi.
Per questa ragione le stesse spese vengono anche a volte considerate come veri e propri investimenti strategici, e dunque possono includere una vasta gamma di attività e iniziative. Oltre a pranzi e cene di lavoro, già citate prima, fra queste spese possiamo considerare altri esempi come l’organizzazione di eventi promozionali, la partecipazione a fiere e convegni, nonché le sponsorizzazioni di eventi sportivi o culturali. Ma passiamo al presente, e ad una grande opportunità che cade a pennello.
Un mega bonus da 150mila euro dal Governo Meloni
La notizia circola già da parecchi giorni in rete, e la news riguarda un presunto “bonus” approvato dal governo Meloni, che permetterebbe di ricevere fino a 150.000€ senza alcun limite ISEE. Ma quanto c’è di vero dietro le voci? Molti lavoratori, sia dipendenti che autonomi, pensionati e persino disoccupati, stanno analizzando le disposizioni inserite nella nuova Legge di Bilancio 2025, alla ricerca di benefici fiscali che possano favorire la loro situazione economica.
Secondo quanto riportato da alcune fonti online, il cosiddetto “bonus” approvato dal governo Meloni non è altro che una misura che consente la deducibilità delle spese di rappresentanza, con limiti ben precisi. Ma, effettivamente, si tratta di una quota che ben descriverebbe una agevolazione fra le più alte “della storia”. Ma si tratta di un bonus davvero alla portata di tutti? Andiamo ai numeri, per spiegare di cosa si tratta.

Una cifra folle a disposizione delle aziende: ecco come si ottiene
Entrando nel dettaglio, e facendo chiarezza su quelle che sono le opportunità e le voci che circolano, estremizzando potremmo dire che è come se dal Governo arrivasse direttamente l’opportunità di portare in azienda direttamente una… Ferrari dal valore di 150mila euro. Si tratterebbe, nel caso che stiamo esaminando, di una delle agevolazioni più grandi di sempre, ma andiamo a vedere come è possibile ottenerla. Nonostante possa sembrare una “bonus” da 150.000€ senza limiti ISEE, in realtà si tratta di una detrazione fiscale per imprese e liberi professionisti. Chi non ha un’attività imprenditoriale, purtroppo, non potrà accedervi. Ma sono molte – ed è questa la buona notizia – le aziende che potranno passare il check ed accedere all’opportunità.
Per ciò che riguarda le spese di rappresentanza, dobbiamo partire dal fatto che la normativa prevede tre scaglioni di deducibilità per le spese in questione. Questi sono suddivisi in base al fatturato: 1,5% dei ricavi per aziende con un fatturato tra 0 e 10 milioni di euro; 0,6% dei ricavi per aziende con un fatturato tra 10 e 50 milioni di euro; 0,4% dei ricavi per aziende con un fatturato superiore a 50 milioni di euro. Ed ecco che il calcolo è presto fatto: per una azienda con un fatturato da 10 milioni di euro, sarebbe dunque dedurre fino a 150.000€ di spese di rappresentanza, rientrando nel limite dell’1,5%. L’importo non viene direttamente erogato come un vero e proprio bonus, ma proprio come una detrazione fiscale per le aziende che sostengono determinate spese. Una ottima opportunità, dunque, che è da approfondire con un commercialista e capire se si rispettano i criteri fondamentali: fra questi, ad esempio, che le spese siano pertinenti all’attività dell’azienda o proporzionate al fatturato.