Da oggi avete smesso di fare i parassiti | ADDIO ASSEGNO UNICO: il comunicato INPS è una coltellata

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Serve tantissima attenzione, una coltellata per migliaia di famiglie italiane è dietro l’angolo.
In casi come questi, si sa, è sempre bene tener gli occhi aperti, per non perdere alcun diritto. La paura, a volte, è tanta, perché bisogna informarsi sempre con gli ultimi aggiornamenti che arrivano dagli enti ufficiali, INPS prima di ogni cosa. L’argomento è quello dell’Assegno Unico Universale, che rappresenta, da qualche tempo a questa parte, una “svolta” significativa nel panorama delle politiche familiari dell’Italia.
Introdotto il primo marzo del 2022, l’Assegno Unico Universale è, intanto, una misura di sostegno economico destinata a tutte le famiglie con figli a carico. Questa iniziativa ha, senza ombra di dubbio, semplificato e potenziato gli interventi a favore di genitori e piccoli, sostituendo una serie di precedenti misure frammentarie con un unico contributo mensile. L’assegno, per fare un punto, è rivolto a famiglie con figli dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21° anno di età, a condizione che siano fiscalmente a carico.
Uno dei suoi punti di forza, è proprio l’universalità: è, infatti, accessibile a tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro condizione lavorativa, e fra i cittadini interessati sono inclusi lavoratori dipendenti, autonomi e disoccupati. L’importo erogato varia in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare, all’età e al numero dei figli, nonché alla presenza di eventuali disabilità. Questa struttura progressiva assicura un supporto maggiore alle famiglie con redditi più bassi, promuovendo dunque, in tal modo, equità e inclusione sociale.
Nei primi sei mesi del 2024, l’Assegno Unico ha raggiunto oltre 6 milioni di nuclei familiari, beneficiando quasi 10 milioni di figli. In particolare, nel mese di giugno 2024, l’importo medio per figlio è stato di 172 euro, mentre l’importo medio per richiedente ha poi raggiunto i 273. Tutti dati che ci servono per evidenziare l’ampia portata e l’impatto significativo della misura nel supportare le famiglie italiane. È importante sottolineare che l’Assegno Unico ha sostituito precedenti forme di sostegno, come gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per figli a carico, unificando e semplificando il sistema di aiuti alle famiglie. Ma torniamo al punto di partenza: occhio alle novità introdotte, ed alle modifiche.
Un cambiamento che potrebbe segnare la fine di un’epoca
Non c’è alcun dubbio che, nel tempo, le cose possano cambiare. E, probabilmente, si è vicini anche ad una decisione epocale che cambierà sicuramente – o meglio, contribuirà a cambiare – anche le abitudini di migliaia di famiglie italiane. Chiunque abbia fatto molto affidamento sull’Assegno unico si trova ora davanti a una svolta probabilmente inaspettata.
L’INPS ha preso una decisione che nessuno avrebbe previsto. Ma cosa succede all’Assegno Unico? Probabilmente, le conseguenze saranno tangibili già nelle prossime settimane, e le famiglie coinvolte ed interessate devono prendere provvedimenti immediati, perché le nuove regole non lasciano spazio a proroghe o ripensamenti. Ma cosa cambia realmente? Quali sono le date chiave da segnare in calendario per evitare brutte sorprese? Ecco cosa accadrà e come affrontare la situazione senza rischiare di perdere i tuoi diritti.

Cosa sta per accadere all’Assegno Unico? Ecco i dettagli
Sono state numerose le voci e le indiscrezioni nelle ultime settimane. E’ importante sottolineare, intanto, che nonostante tutto, per l’Assegno Unico non è attualmente in programma una totale cancellazione. Ma ci sono alcuni fondamentali passi da compiere obbligatoriamente. Primo fra tutti, quello che riguarda l’aggiornamento dell’ISEE. E’ essenziale farlo, per continuare a percepire l’importo corretto. La scadenza precedente è stata quella del 28 febbraio 2025, quando bisognava presentare il nuovo ISEE per evitare di ricevere il minimo, pari a 57,50 euro al mese.
Fra le grandi novità, l’esclusione dei Titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE, novità entrata in vigore proprio nelle scorse settimane. Si tratta di un altro motivo per cui le famiglie potrebbero trarre beneficio da un aggiornamento posticipato dell’ISEE, mentre altre dovranno muoversi in anticipo per non perdere parte del sussidio. Ma guardiamo avanti: chi presenta l’Isee entro il 30 giugno 2025 riceverà comunque gli arretrati, ma superare questa data significherebbe perdere completamente le somme spettanti. Ed è questo il grande rischio, e soprattutto la data da cerchiare in rosso sul proprio calendario di casa. L’INPS non ha ancora fornito istruzioni precise su come verranno gestiti questi cambiamenti, quindi chi vuole massimizzare il proprio assegno deve rimanere aggiornato sulle comunicazioni ufficiali.