Stipendio, il Bonus Renzi diventa SUPERBONUS: cresce l’importo a dismisura | Si passa da 80 a 150€ al mese

Matteo Renzi, intervista (foto quotidiano.net) - teleone.it

Matteo Renzi, intervista (foto quotidiano.net) - teleone.it

Una volta tanto, qualche buona notizia su prof e personale ATA: “Entrano più soldi”

Per lunghi anni, quello degli stipendi degli insegnanti in Italia è stata una delle questioni – e lo continua ad essere ancora oggi – al centro del dibattito pubblico, con proteste e richieste di adeguamenti salariali. Gli insegnanti italiani svolgono un ruolo fondamentale nella formazione delle nuove generazioni, contribuendo alla crescita culturale e sociale del Paese. Eppure, rispetto ai colleghi europei, i loro stipendi risultano notevolmente inferiori.

Una situazione che ha generato un malcontento diffuso tra i docenti, che da tempo chiedono un adeguamento salariale in linea con la media europea. Il divario retributivo, per chiarire quali siano i contorni della questione, è evidente: un prof che lavora nel nostro Paese guadagna mediamente tra i 1.300 e i 1.500 euro netti al mese all’inizio della carriera, mentre in Paesi come Germania e Francia i docenti possono percepire stipendi iniziali superiori ai 2.000 euro, con progressioni di carriera più vantaggiose.

Si tratta, lo si capisce bene, di una disparità che ha portato nel corso degli anni a numerose proteste e scioperi organizzati dalle associazioni di categoria e dai sindacati, che chiedono un intervento concreto del governo per colmare il grande gap salariale. Nel tempo sono state avanzate diverse soluzioni per risolvere la questione degli stipendi dei docenti. Tra le più discusse vi è stata l’idea di un graduale aumento retributivo distribuito su più anni, in modo da non gravare eccessivamente sul bilancio dello Stato.

Altra possibile soluzione riguardava l’introduzione di bonus e incentivi legati al merito e all’aggiornamento professionale. Anche questa misura, sebbene ipotizzata da vari governi, non ha mai trovato una reale applicazione su larga scala. Inutile dire che, fra le altre cose, il mancato adeguamento degli stipendi ha portato ad una crescente disaffezione verso la professione, con sempre meno giovani disposti a intraprendere questa carriera. E il futuro della scuola italiana come sarà? Di certo, proprio dalle ultime ore iniziano a circolare news positive. Ma andiamo con ordine.

Incrementi per docenti e personale ATA, ma non solo

Il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024 porterà un incremento degli stipendi per docenti e personale ATA, ma i sindacati sollevano dubbi sulle risorse disponibili. Secondo quanto trapela nelle ultime ore, le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca sono in corso presso l’Aran, con prospettive di aumenti per oltre 1,2 milioni di lavoratori.

E, secondo le prime indiscrezioni, i docenti potrebbero ottenere un incremento di 150 euro lordi mensili, mentre il personale ATA vedrebbe un aumento di circa 130 euro. Tuttavia, l’importo varia a seconda del settore. Facciamo un po’ di ordine. Si tratterebbe di: 150 euro per i docenti delle scuole; 142 euro per le università; 174 euro per l’Afam (Alta formazione artistica e musicale) e 211 euro per gli enti di ricerca. Aumenti che rappresenterebbero un tentativo di adeguamento agli standard retributivi europei, ma sorgono perplessità sulla reale portata degli incrementi, considerando l’inflazione e il costo della vita.

Scuola, alunni in classe - foto teleone.it
Scuola, alunni in classe – foto (C) teleone.it

I dubbi dei sindacati e le loro richieste: sarà vero aumento?

Nonostante gli annunci sugli aumenti, i sindacati evidenziano criticità nelle risorse stanziate dal governo. L’amministrazione ha messo sul tavolo circa 3 miliardi di euro, una cifra che secondo i rappresentanti dei lavoratori sarebbe insufficiente per garantire aumenti realmente significativi. Infatti, una volta sottratta l’indennità di vacanza contrattuale, gli aumenti effettivi si ridurrebbero a soli 56-57 euro lordi mensili. Inoltre, il tasso di inflazione, attualmente superiore al 16%, rende questi incrementi poco incisivi sul potere d’acquisto degli insegnanti.

Le organizzazioni dei sindacati chiedono misure aggiuntive per garantire un contratto dignitoso. Tra le proposte avanzate ci sono la detassazione degli aumenti contrattuali e un anticipo delle risorse già accantonate per il triennio 2025-2027. Secondo Uil Scuola Rua, questi interventi sarebbero fondamentali per dare una risposta concreta ai lavoratori del comparto istruzione e ricerca. Sia chiaro: il negoziato è ancora in corso, e nei prossimi mesi potrebbero esserci sviluppi decisivi per gli stipendi di insegnanti e personale scolastico.