Guardia di Finanza, stanno entrando in tutte le Postepay Evolution | Se trovano queste ricariche parte l’accertamento

Controlli della Guardia di finanza (foto ilpappagallo.info) - teleone.it
Occhio al bonifico: attenti a questi, che fanno scattare l’ “allarme” immediato dell’Agenzia delle entrate
Le perdite stimate, in Italia, sono di miliardi di euro ogni anno. L’argomento, molto “caldo”, è quello dell’evasione fiscale, che nel nostro Paese rappresenta uno dei problemi economici certamente più importanti. E lo dicono anche i numeri e le statistiche. Secondo quelle che sono le stime di studi recentissimi, l’Italia perderebbe infatti circa 100 miliardi di euro all’anno, proprio a causa dell’evasione fiscale.
Si tratta di un fenomeno che ovviamente mina la stabilità economica e riduce le risorse disponibili per servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione. Gli evasori utilizzano metodi sempre più sofisticati per nascondere redditi e patrimoni, rendendo il lavoro dell’Agenzia sempre più complesso. Negli ultimi anni sono stati intensificati i controlli, una “missione” resa un po’ più semplice anche dalle tecnologie più avanzate per monitorare movimenti finanziari sospetti.
Ci sono vari sistemi di analisi dei dati, che permettono in particolare di incrociare informazioni provenienti da diverse fonti. Ed è proprio così che si individuano discrepanze tra redditi dichiarati e spese effettuate. Molti controlli partono da segnalazioni o anomalie nei dati finanziari. Ad esempio, spese elevate non giustificate da un reddito proporzionato possono far scattare un’indagine. I cittadini devono quindi prestare attenzione ai propri movimenti bancari per evitare problemi con il fisco.
Per potere individuare o, almeno, “provare” ad individuare tutti coloro che fanno da evasori, l’Agenzia delle entrate segue un iter ben preciso. E’ importante sapere che il primissimo passo consiste nell’incrociare informazioni tra diverse banche dati, tra cui l’Anagrafe tributaria, l’Aire, i dati sui pagamenti elettronici, i movimenti bancari e persino le transazioni con carte di credito o le ricaricabili. In questo senso, anche una Genius card, o una Postepay evolution potrebbero essere sotto la “lente”. Quando iniziano ad emergere delle discrepanze, dunque, viene effettuata un’analisi preliminare basata su dati provenienti dall’INPS e dalle banche estere. E, alla fine della valutazione, l’Agenzia delle entrate può inviare un invito a comparire per richiedere chiarimenti e documenti giustificativi.
Occhio ai “come” e ai “perché” di certi bonifici sul vostro conto corrente
Uno degli aspetti più delicati, ed entriamo così nello specifico, riguarda i bonifici ricevuti sul proprio conto. Le transazioni di importo elevato, frequenti o prive di giustificazione chiara possono infatti attirare subito l’attenzione del fisco. Anche pagamenti ricevuti dall’estero o da soggetti non dichiarati possono essere motivo di verifica. Ad esempio, un lavoratore autonomo che riceve pagamenti non dichiarati potrebbe essere soggetto a un controllo, così come chi riceve grosse somme da parenti senza un’adeguata documentazione.
Come già spiegato, gli accertamenti sono mirati a individuare anomalie finanziarie. Andando ai dettagli, l’ente incrocia dati provenienti da diverse fonti, che andiamo ad elencarvi di seguito: Anagrafe tributaria e registri bancari; Movimenti su conti correnti e carte di credito; Flussi finanziari internazionali; Pagamenti elettronici e spese ricorrenti. Nel momento in cui emergono alcune incongruenze, il contribuente riceve dunque un “invito”: nella lettera c’è una richiesta di fornire “spiegazioni documentali” proprio al fine di evitare sanzioni.

Bonifici sospetti: ecco quando bisogna stare attenti
Uno degli elementi più monitorati sono, naturalmente, i bonifici bancari, soprattutto quelli ricevuti o inviati all’estero. In particolare, l’Agenzia delle entrate pone la propria attenzione su bonifici ricorrenti di importi elevati senza giustificazione; Transazioni con Paesi a fiscalità agevolata; Pagamenti ricevuti senza un chiaro motivo economico.
Un settore particolarmente monitorato riguarda i pensionati italiani che sono residenti all’estero. Se un cittadino dichiara di risiedere fuori dall’Italia ma continua a effettuare bonifici per spese in patria, potrebbe essere considerato fiscalmente ancora residente. Per questa ragione, sugli aspetti che vengono verificati dall’Agenzia, ci sono dunque: Uso di servizi sanitari italiani; Presenza di proprietà immobiliari in Italia; Flussi bancari che suggeriscono una vita ancora radicata nel Paese. Quando viene rilevato un trasferimento fittizio di residenza, il cittadino rischia il recupero delle imposte non versate, oltre a pesanti sanzioni. Tutti buoni motivi, dunque, per far tutto seguendo le regole.