È finita la pacchia: l’Agenzia delle Entrate prende di mira tutti | Se hai compilato la dichiarazione dei redditi così ti arriva la raccomandata

agenzia delle entrate teleone.it

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Cosa rischiano i forfettari che hanno beneficiato delle agevolazioni senza averne diritto? Scopriamolo nel dettaglio.

Il livello di “allerta” si potrebbe alzare pericolosamente, in casi come questi. E tutti coloro che hanno agito in maniera non totalmente corretta, adesso rischiano di ricevere la raccomandata direttamente a casa. Una lettera che annuncia controlli e questioni a dir poco noiose, da parte dell’Agenzia delle entrate. Oggetto dell’articolo di oggi è la vasta platea dei lavoratori con partita IVA. E, in particolare, l’argomento è quello del regime forfettario. Si tratta di un regime fiscale riservato ai titolari della partita IVA che esercitano attività d’impresa, arti o professioni.

Per accedervi, tuttavia, è necessario rispettare precisi requisiti. Negli ultimi mesi, proprio l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli per verificare l’effettiva idoneità dei contribuenti che hanno optato per questo regime. In caso di irregolarità, come detto precedentemente, sono previsti “avvertimento”. E, in alcuni casi, si potrebbe arrivare anche alla decadenza dal regime agevolato.

Ma andiamo con ordine. Per potere usufruire del regime forfettario, i contribuenti devono rispettare alcuni limiti economici. Attualmente, il tetto massimo di ricavi o compensi annui è fissato a 85.000 euro (65.000 euro fino al 2019). Inoltre, le spese per collaboratori e dipendenti non possono superare i 20.000 euro annui.

L’Agenzia delle Entrate monitora anche eventuali redditi da lavoro dipendente o pensione superiori a 30.000 euro, che escluderebbero il contribuente dal regime. Altro aspetto che si trova sotto la lente d’ingrandimento riguarda la trasformazione di rapporti di lavoro subordinato in attività autonome, un’operazione che potrebbe configurarsi come elusione fiscale. Anche l’applicazione dell’aliquota agevolata del 5% per i primi cinque anni di attività è soggetta a rigorosi controlli.

Ma attenzione, perché già arrivano le notifiche dell’Agenzia delle Entrate

E le notizie non tanto liete sono arrivate anche nelle ultimissime settimane. Proprio di recente, infatti, sono stati notificati i primi accertamenti relativi all’anno 2019 a contribuenti che hanno usufruito del regime forfettario senza rispettare i requisiti previsti dalla legge. Attraverso questi atti, l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente sulle violazioni contestate e gli offre la possibilità di rispondere prima dell’emissione dell’atto definitivo.

Si tratta di un passaggio cruciale, poiché il contribuente ha, almeno, l’opportunità di esercitare il diritto al contraddittorio, presentando controdeduzioni o scegliendo di aderire all’atto per evitare una controversia fiscale prolungata. In particolare, sono due le opzioni a disposizione del contribuente che viene “richiamato”. La prima è quella che permette di presentare controdeduzioni, e dunque di spiegare con esattezza qual è la propria situazione. La seconda, naturalmente è quella di aderire all’accertamento. Una decisione che permette, almeno, di ridurre le sanzioni fino a un terzo dell’importo minimo previsto.

Una dichiarazione dei redditi teleone
L’importanza di fare calcoli esatti, anche con un professionista – teleone.it

Prendiamo la calcolatrice: ecco cosa accade, nei fatti

Ma andiamo ad un caso preciso, una situazione che fa chiarezza su come, nella pratica, si svolge il controllo e cosa succede. Poniamo caso che il titolare di una partita IVA individuale abbia aperto la sua attività il 1° dicembre 2019. Egli riteneva che il limite di ricavi fosse di 65.000 euro, ma non aveva considerato che andava ragguagliato ad anno. In realtà, il limite corretto era (65.000 x 31)/365 = 5.520,55 euro.

Dopo un accertamento, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che il contribuente avrebbe dovuto pagare 2.570 euro di imposte in regime ordinario. Inoltre, poiché il reddito accertato (15.000 euro) superava del 10% il reddito dichiarato (11.700 euro), è stata applicata una sanzione base del 90%, aumentata del 10% per la violazione del limite di ricavi. Inutile dire che, per evitare problematiche di questo genere, risulta fondamentale fare una (attentissima) verifica sul rispetto dei requisiti previsti dal regime forfettario, monitorando costantemente la propria posizione fiscale. La “brutta sorpresa”, altrimenti, è sempre dietro l’angolo.