Le ferie ora ti costano un salasso: devi sborsare 970 euro una volta tornato dalle vacanze | Il datore di lavoro ti guarda soffrire

Telefonata e vacanza rovinata - teleone.it (Fonte Pexels)
Una sorpresa… orribile: la beffa arriva durante la vacanza, e non la legge non tutela per nulla
Doveva essere semplicemente una splendida vacanza dopo tanto duro lavoro. Alla fine dei conti, invece, si è rivelato un vero e proprio incubo, con una coppia che si è trovata a dover pagare, senza nemmeno capire il perché, quasi mille euro. E le responsabilità – e questo è ciò che lascia maggiormente perplessi – non sono neanche state chiarite, con una indagine della Polizia che è stata avviata.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai fatti. Una donna, residente a Les Borges Blanques, comune catalano, decide di affidare la propria auto ad parcheggio privato. Una decisione che, prima di partire, viene presa proprio per assicurare che il veicolo rimanga custodito ed al sicuro proprio durante l’assenza.
Le cose, tuttavia, non vanno assolutamente come previsto. L’auto è stata affidata ad un parcheggio privato di Barcellona, il Good parking. I fatti si riferiscono allo scorso ottobre. La donna sborsa 43 euro per il servizio, che credeva fosse affidabile e soprattutto professionale. Al ritorno, tuttavia, la scoperta si è rivelata a dir poco scioccante.
Il contachilometri dell’auto riportava parecchi chilometri in più rispetto a quando era stata consegnata, ma quel che ha colpito maggiormente era che gli interni erano sporchi e la carrozzeria mostrava un graffio profondo. Dulcis in fundo, si fa per dire, pochi giorni dopo una multa recapitata a casa ha confermato che il veicolo era stato effettivamente usato da qualcuno durante la sua assenza.
Un risarcimento a dir poco “ridicolo”
Il danno al veicolo è stato stimato in 970 euro, una somma considerevole rispetto ai soli 43 euro pagati per il parcheggio. Tuttavia, la risposta di Good Parking è stata fra le più incredibili: l’azienda ha infatti deciso di offrire appena 50 euro di risarcimento, giustificandoli come copertura del carburante consumato.
La donna, proprietaria dell’auto, non ha accettato la somma irrisoria, ritenendo inaccettabile l’uso improprio della sua auto senza alcuna autorizzazione. Ma la vicenda è finita, naturalmente, sotto la lente d’ingrandimento della Polizia, che cerca di individuare i responsabili all’interno della società di parcheggio.

Il “vuoto giuridico”: nessuna responsabilità, nessuna risposta
Morale della favola, la vittima si trova in un limbo legale, senza ancora una risposta chiara su chi debba rispondere dei danni subiti. La beffa più grande è che, in fin dei conti, alla donna le ferie sono “costate” quasi mille euro (di danni), ma soprattutto che le responsabilità non possano essere punite.
Il caso in esame evidenzia un vero e proprio vuoto giuridico: né l’assicurazione della proprietaria né il parcheggio hanno infatti riconosciuto le proprie responsabilità. Quel che manca, in questo caso, è infatti una adeguata regolamentazione. La questione che viene sollevata, in questo caso, è più ampia: come proteggere gli automobilisti da episodi del genere? Servono norme più chiare per i parcheggi privati e una maggiore tutela per i clienti che affidano loro i propri veicoli.