Proclamata la separazione delle “Puglie” | Da lunedì saranno due PARTI separate: annunciati i nomi

Puglia: una sola regione, tantissime (e opposte) realtà a distanza di pochi chilometri.

Quando si parla di qualità della vita in Puglia, la divisione che emerge è nettissima fra due diverse aree. Sembra quasi che, a leggere i risultati di una recente indagine, nella regione meridionale esistano quasi “due Puglie”, totalmente diverse ed estranee fra loro. Da una parte, indicatori assolutamente positivi, dall’altra le restanti Province fanno una fatica immensa – sembra quasi un’impresa – a tenere il passo.

Lo studio che prendiamo in esame oggi è stato realizzato da ItaliaOggi e Ital Communications, con la collaborazione dell’Università Sapienza di Roma. In questo studio vengono analizzati diversi fattori che determinano il benessere di una città, tra cui reddito, sicurezza, servizi e infrastrutture. La classifica nazionale che prendiamo in esame ha confermato che le province settentrionali dominano in termini di vivibilità: parliamo di Milano, Bolzano, Monza, Bologna o Trento, ad esempio, che si trovano nelle prime posizioni.

Ma andiamo a quel che riguarda, appunto, la Puglia. Bari si è posizionata al 71° posto su 107, migliorando di undici posizioni rispetto alla classifica dell’anno precedente, e risultando la migliore tra le province pugliesi. Dietro Bari, c’è Lecce, ma un altro discorso meritano le restanti province.

Con un punteggio complessivo di 435 è Bari a collocarsi nella fascia con una qualità della vita “discreta”. Lecce ottiene un punteggio di 369. Andando ad approfondire le nove dimensioni d’analisi dello studio, Bari mostra performance variegate. Per affari e lavoro è 74esima, mentre per reati e sicurezza si attesta al 52esimo posto. In ambito di istruzione e formazione, ottiene il 73esimo posto e per sicurezza sociale il 75esimo.

Senza vie di mezzo: dal buono al… “disastroso”

Ma passiamo adesso a quelli che sono i dati certamente più interessanti. Per quanto riguarda le migliori prestazioni, e rimanendo su Bari, queste si registrano per la categoria popolazione (36° posto), per sistema salute (32° posto) e turismo (47° posto). Tuttavia, l’indice più critico riguarda l’ambiente, dove Bari si classifica all’86esimo posto, evidenziando forti problematiche ecologiche.

Tutti numeri che non fanno che confermare la netta spaccatura tra Bari e Lecce – che mostrano segnali di sviluppo – e tutte le altre province pugliesi, che lottano con indici di vivibilità più bassi. Il gap evidenzia una gestione territoriale non uniforme, con investimenti e opportunità distribuiti in modo diseguale. La sfida per la Puglia è colmare questa frattura, migliorando le condizioni di vita nelle province meno sviluppate e puntando su innovazione, infrastrutture e servizi per garantire un miglioramento generale della qualità della vita.

Il turismo che unisce: ora sì, che il “gioiello” è unico

Le discrepanze sono tante, ma quel che balza all’occhio è la bellezza della Puglia, soprattutto dal punto di vista turistico. Proprio lì, infatti, fra le mete più amate c’è il Salento, famoso per le sue coste spettacolari e le sue acque cristalline. Località come Gallipoli, Otranto e Porto Cesareo attirano ogni anno migliaia di turisti. E non meno affascinante è la costa del Gargano, dove si trovano “gioielli” come Vieste e Peschici, oltre alle suggestive Isole Tremiti, perfette per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni.

Per chi ama l’arte e la storia, e torniamo a parlare di Lecce, non a caso questa è conosciuta come la “Firenze del Sud”, offrendo appunto un centro storico ricco di edifici barocchi e chiese meravigliose. Bari, il capoluogo, è un mix perfetto tra tradizione e modernità, con la sua Basilica di San Nicola e il pittoresco quartiere di Bari Vecchia. Se le prime due continuano ad eccellere, è impossibile non considerare la bellezza di altri borghi come Locorotondo e Cisternino o, per chi ama la natura, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e le spettacolari Grotte di Castellana. Dal punto di vista turistico, la Puglia rappresenta dunque una meraviglia assoluta: è il gap fra le prime e tutte le altre a dover essere colmato, per completare l’opera.