“Non pago il Canone Rai da 10 anni” | Genialata di questo maranza napoletano: usa il trucchetto del nome cancellato

Pagamento del canone Rai (sorgenia.it) - Teleone.it
Il Canone della Rai e i tanti “fuorilegge”: come evitare il pagamento e cosa ha stabilito la Cassazione
Sulla questione si sono scritti fiumi di parole, e adesso anche di sentenze. L’argomento è quello che in tanti hanno definito odiatissimo Canone Rai. Il canone, lo sappiamo bene, è una imposta che deve essere pagata da chiunque sul territorio italiano abbia un apparecchio atto o adattabile a ricevere trasmissioni televisive. Oggi conosciuto anche come Canone tv, venne introdotto in Italia nel 1938, con il Regio Decreto-Legge 246 del 21 febbraio 1938.
Il provvedimento, tuttora in vigore, introdusse l’obbligo di pagare un canone di abbonamento, per un importo di 81 lire l’anno, per chiunque detenesse uno o più “apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. Le cose sono cambiate parecchio, negli ultimi anni, anche grazie alle offerte che si sono moltiplicate grazie alle possibilità tecnologiche offerte dalla rete e dalle connessioni veloci. Ma, ancora oggi, quello del Canone Rai è un argomento che continua a far discutere.
Anche perché sono diverse le persone che in Italia il tributo continuano a non pagarlo, nonostante questo sia dovuto. Purtroppo proseguono, e continuano ad arrivare segnalazioni di cittadini che, in questo senso, risultano “fuorilegge” per il proprio comportamento, così come, nei casi che vengono riportati dalle cronache di ogni giorno, di tutti coloro che adottano “trucchetti” certamente poco raccomandabili e, di conseguenza, vietati dalla legge stessa. Fra gli ultimi casi – in considerazione di controlli che sarebbero molto poco frequenti – anche di cittadini che, con nomi letteralmente “cancellati”, risultano non più residenti in determinate città italiane.
Le possibilità di non pagare il canone della Rai, tuttavia, sono previste dai regolamenti, e dunque in maniera assolutamente legale. Ci sono, infatti, alcune categorie di persone che sono esonerate dal pagamento del canone tv. Andiamo a vedere nei dettagli come evitare di pagare quello che viene definito da sempre un odiato tributo, e che il parlamento ha spesso esaminato per modifiche varie. Ma mai, si è veramente andati avanti per arrivare all’annullamento del tributo.
Tu devi pagare, tu invece… puoi non pagare: il regolamento
Ma rispondiamo anche a chi lo chiede espressamente: chi non deve pagare il Canone della Rai? La possibilità tocca alcune particolari categorie. La prima è quella degli Over 75: chi ha compiuto 75 anni e ha un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8mila euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio (ad eccezione di collaboratori domestici, colf e badanti). L’esenzione vale solo se l’apparecchio o gli apparecchi televisivi si trovano nell’abitazione in cui il soggetto ha la residenza;
L’esenzione dal canone anche per diplomatici, militari e forze NATO: gli agenti diplomatici, i funzionari o gli impiegati consolari, i funzionari di organizzazioni internazionali, i militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia; esenzione, infine, per chi non ha un apparecchio televisivo: per ottenere l’esonero è necessario che nessun componente della famiglia anagrafica detenga un apparecchio televisivo. L’esonero dal pagamento del canone si ottiene con una dichiarazione sostitutiva, che varia a seconda della categoria esente di appartenenza (moduli scaricabili nel sito dell’Agenzia delle Entrate)

E adesso c’è pure la prescrizione
E intanto, arriva dalla Suprema corte anche una decisione che tocca e riguarda direttamente proprio il canone Rai. Con l’ordinanza n. 11113/2024, proprio la Corte di Cassazione ha recentemente confermato che la prescrizione per i tributi erariali e il canone Rai segue il termine ordinario decennale, secondo l’articolo 2946 del Codice Civile. La decisione nasce da una controversia esaminata dalla Commissione Tributaria Regionale (CTR) della Lombardia, che aveva ritenuto prescritti alcuni carichi tributari applicando il termine quinquennale ex articolo 2948 c.c.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha impugnato la decisione, sostenendo che il termine di prescrizione applicabile fosse di dieci anni, come previsto dall’articolo 2946 c.c., e non di cinque. La Suprema Corte ha dunque accolto il ricorso, sottolineando che il termine decennale è la regola generale in assenza di una norma specifica che preveda una prescrizione più breve. Secondo la Cassazione, la decisione si basa su precedenti giurisprudenziali, tra cui la sentenza n. 23397/2016 delle Sezioni Unite Civili. Questa aveva chiarito che, in base all’articolo 2946 c.c., la prescrizione ordinaria è di dieci anni, salvo disposizioni di legge che indichino diversamente. Ad esempio, i contributi previdenziali hanno una prescrizione quinquennale, come stabilito dall’articolo 3, comma 9, della Legge n. 335/1995. Tuttavia, per i tributi erariali e il canone Rai, non esiste una norma che preveda un termine ridotto. Cosa che, per qualcuno, può rappresentare una notizia positiva…