“Hai 24 ore di tempo”: Agenzia delle Entrate, ecco la raccomandata assassina | Se vuoi salvarti non devi aprirla

agenzia delle entrate teleone.it

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Allarme rosso da Agenzia delle Entrate: se ti arriva questa raccomandata, preparati al peggio. In poche ore potresti ritrovarti col conto prosciugato.

Negli ultimi tempi, le truffe online sono diventate sempre più sofisticate e diffuse, colpendo cittadini di ogni età e livello di “esperienza digitale”. Fra le minacce più insidiose – se ne parla già da parecchi anni – è da sottolineare il phishing, una tecnica fraudolenta che mira a sottrarre dati personali, credenziali bancarie e informazioni sensibili attraverso email, messaggi o siti web contraffatti.

I truffatori si spacciano spesso per enti affidabili, come banche, aziende di servizi o addirittura istituzioni pubbliche. Per contrastare questo fenomeno, l’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato una lista di accorgimenti utili per evitare di cadere vittima di questi raggiri. Seguire queste indicazioni può fare la differenza tra proteggere i propri dati e subire una frode con conseguenze potenzialmente gravi.

E intanto, in mezzo alle truffe online che continuano a moltiplicarsi – con i criminali che affinano sempre di più le loro strategie – uno degli ultimi raggiri denunciati riguarda una falsa email dell’Agenzia delle Entrate, che ha tutte le “caratteristiche perfette” per ingannare molti cittadini ignari. E si torna a parlare proprio del phishing. Proprio in queste ore, la stessa Agenzia ha segnalato un’ondata di email fraudolente che sfruttano il suo nome e il suo logo.

Proprio per questa ragione, l’ente nei giorni scorsi ha nuovamente dovuto pubblicare un avviso ufficiale per mettere in guardia i contribuenti. La comunicazione ha rivelato che molte persone hanno ricevuto email con oggetto “Avviso raccomandata” e un falso numero identificativo. Il mittente apparente era proprio “AgenziaEntrateRiscossione.

Il “messaggio killer”, e come difendersi al meglio

Ma entriamo adesso nei dettagli, e nelle strategie utilizzate. Il messaggio in esame stava ad indicare chiaramente che una notifica amministrativa era disponibile soltanto per 24 ore. Per visualizzare la notifica, il destinatario doveva cliccare su un link. Il tutto era studiato per generare urgenza e convincere l’utente ad abboccare.

L’Agenzia delle Entrate ha ribadito la propria totale estraneità a queste email e fornito utili raccomandazioni per evitare di cadere nella trappola. In primo luogo, è fondamentale non cliccare mai su link sospetti e, in caso di dubbio, consultare la sezione dedicata alle truffe sul sito ufficiale dell’ente. Inoltre, chiunque riceva comunicazioni sospette può contattare direttamente l’Agenzia attraverso i canali ufficiali.

La busta della raccomandata verde - teleone.it
La “raccomandata verde”, una delle più odiate – teleone.it

Mai condividere dati personali

Un altro aspetto da tenere a mente è che l’Agenzia delle Entrate non invia mai email ai contribuenti contenenti dati sensibili o richieste di informazioni personali. Se si riceve un’email di questo tipo, il consiglio è di eliminarla immediatamente e, se possibile, segnalarla alle autorità competenti per contribuire a bloccare queste frodi.

Ma le truffe di questo genere non hanno riguardato soltanto l’Agenzia delle Entrate, ma, ad esempio, anche delle banche. Migliaia di utenti hanno ricevuto delle email o anche sms – apparentemente provenienti proprio dalla loro banca – che lo avvisavano di un “problema con il suo conto” e invitavano a cliccare su un link per risolverlo. Il link, però, porta su un sito falso, identico a quello della banca, dove viene chiesto di inserire le credenziali di accesso. Una volta fornite, i truffatori possono usarle per svuotare il conto o fare operazioni fraudolente. Di recente, per continuare con gli esempi, diverse persone sono cadute in trappola con un messaggio che sembrava provenire sempre dall’Agenzia delle Entrate, con il testo che avvisava di un presunto rimborso fiscale. Anche in quel caso, veniva chiesto di inserire i dati della carta di credito su un sito contraffatto. E in tanti, pensando fosse autentico, hanno fornito le informazioni richieste, ritrovandosi poi con prelievi non autorizzati dai loro conti.