È il borgo che ci invidia tutto il mondo e si trova in provincia di Siracusa: ci vivono solo 2599 anime ed è circondato da un panorama paradisiaco

ferla borgo medievale (foto siviaggia.it) - Teleone.it
Un borgo tra storia, tradizioni e un grande impegno per l’ambiente.
In questo luogo è possibile fare un viaggio indimenticabile fra storia, arte ed archeologia. Siamo in Sicilia, e in particolare a Ferla, incantevole borgo nella provincia di Siracusa, che rappresenta il punto d’accesso privilegiato alla necropoli di Pantalica, sito UNESCO ricco di storia e natura incontaminata.
Situata a soli 11 km dalla celebre necropoli rupestre, Ferla conta su poco più di 2500 abitanti ed è considerata proprio la “porta” di Pantalica, uno dei siti archeologici più affascinanti della Sicilia. Questo posto ospita il suggestivo Palazzo del Principe, o Anaktoron, unica struttura megalitica di ispirazione micenea presente nell’isola, oltre al villaggio bizantino di San Micidario e alle numerose tombe scavate nella roccia.
A un solo chilometro dal centro abitato si trova la necropoli di San Martino, che risale all’età cristiana. Qui si distinguono le tombe ad arcosolio e baldacchino, tra cui la celebre “Grotta di Dionisio”, legata a un antico presbitero locale. Poco più in alto, l’ipogeo conosciuto come “Grotta di Sant’Anna” conserva ancora un affresco medievale dedicato alla santa.
Recenti scoperte archivistiche – confluite in una pubblicazione di Luigi Lombardo e Pietro La Rocca – hanno portato a far luce sulla primissima storia medievale della cittadina di Ferla, sulle sue origini, in particolare sull’origine del suo nome. Secondo il libro dei due studiosi fu il nobilis dominus Iohannes de Ferula, civis di Ragusa e fedelissimo dei Chiaramonte, a dare il nome alla città, che probabilmente fondarono nei pressi dell’antichissimo sito di Liga. Ma Ferla non è solo un borgo ricco di storia e archeologia: oggi è anche un esempio di innovazione sostenibile grazie all’associazione Ricicreo Ferla, che promuove il riciclo creativo e la lotta allo spreco di risorse.
Viaggio fra cultura e amore per la terra
Ma “entriamo” nella cittadina: per gli appassionati di storia e religione, imperdibile è il Museo della Parrocchia, ospitato nel Palazzo Mirabella. Al suo interno si trovano antichi manoscritti risalenti al 1481, paramenti sacri, statue e oggetti devozionali provenienti dai conventi e dalle chiese di Ferla. In più, Ferla ha nel sottosuolo e nelle grotte tutto un rigoglio di pre-esistenze arcaiche e complessi rupestri che vanno dai greci alle prime comunità cristiane, dai bizantini ai longobardi e ai normanni passando forse per gli arabi.
Da tale aggrovigliato sistema di abitazioni-grotta, vicoli e stradine, è nato il borgo normanno, poi distrutto dal sisma. Un’area del museo della Parrocchia è chiamata Casa della Memoria, ed offre un’affascinante ricostruzione degli ambienti di una tipica abitazione contadina, con arredi e utensili tradizionali. Ai visitatori è così “permesso” immergersi nella vita quotidiana del passato.

I sapori autentici della tradizione
Ma Ferla è anche sinonimo di eccellenza gastronomica. Tra le specialità spicca la focaccia casereccia ripiena di bietole selvatiche, pomodorini essiccati e tocchetti di salsiccia, un vero trionfo di sapori genuini.
Non meno celebre è la salsiccia di suino di Ferla, conosciuta e apprezzata in tutta la Sicilia. Per chi ama i dolci, da provare le cassatine pasquali con ricotta dolce e cannella, e le sfingi, golose zeppole fritte condite con miele o zucchero, protagoniste della festa di San Martino a novembre.