simone d'arrigo catania
La serata tra amici che si è trasformata in dramma, con la morte di Simone D’Arrigo a soli 16 anni.
Era stato un “gioco imprudente”, e si è trasformato in tragedia: si continua a parlare di Simone D’Arrigo, ragazzo di 16 anni che ha perso la vita dopo essere precipitato dal tetto del parcheggio esterno del centro commerciale Etnapolis, a Belpasso (Catania). Il giovane si sarebbe arrampicato sulla cupola del lucernario, iniziando a saltarci sopra. La struttura, evidentemente non progettata per sostenere il peso, ha ceduto, facendo precipitare il ragazzo per 15 metri all’interno dell’edificio.
Secondo quanto riportato da alcuni amici presenti al momento dell’incidente, il ragazzo avrebbe agito con spensieratezza, ignaro del pericolo. Dopo il violento impatto sulla scala a chiocciola interna, le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Marco, è deceduto poche ore dopo a causa delle ferite riportate.
Le testimonianze degli amici e dei presenti hanno confermato che si trattava di un momento di svago tra adolescenti. Tuttavia, il drammatico epilogo ha scatenato un’ondata di dolore e domande sulla sicurezza della struttura.
La Procura di Catania ha immediatamente avviato un’indagine per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. Gli investigatori stanno verificando se vi siano state negligenze nella gestione della sicurezza del centro commerciale, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’area del lucernario.
Secondo fonti investigative, l’accesso alla cupola non sarebbe stato immediato, ma richiedeva un’arrampicata sulla struttura in ferro. Questo aspetto suggerisce che il ragazzo abbia compiuto un’azione deliberata per raggiungere la zona sopraelevata.
Un testimone, presente la sera della tragedia, ha raccontato momenti di disperazione: “C’erano molte chiazze di sangue, è stata una brutta scena da vedere”. Subito dopo l’incidente, i soccorsi sono giunti sul posto, insieme ai familiari della vittima.
Scene di dolore e incredulità si sono susseguite all’esterno del centro commerciale. I genitori del ragazzo, visibilmente sconvolti, hanno atteso notizie fuori da un fast food poco distante, mentre lo zio della vittima si è rivolto ai carabinieri, chiedendo spiegazioni e temendo che potesse esserci stato un atto doloso.
Le autorità hanno comunque escluso al momento ipotesi di aggressione o di spinta volontaria, confermando la natura accidentale dell’accaduto. La salma del giovane è stata restituita alla famiglia dopo la decisione della Procura di non procedere con l’autopsia.
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