La morte di Lorena Quaranta: nuovo ricorso in Cassazione per l’ex fidanzato condannato
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Ritorna sotto i riflettori il caso di Lorena Quaranta. Gli avvocati di Antonio De Pace, l’ex fidanzato condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane studentessa di medicina, hanno presentato un nuovo ricorso in Cassazione.
La tragica vicenda risale al 2020, quando Lorena Quaranta venne strangolata a Furci dall’uomo che diceva di amarla. Dopo la condanna definitiva da parte della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, la difesa dell’ex infermiere calabrese ha deciso di portare il caso davanti alla Suprema Corte.
Gli avvocati Bruno Ganino e Salvatore Staiano hanno contestato la mancata concessione delle attenuanti generiche, sostenendo che la motivazione della sentenza sia “illogica, contraddittoria e carente”. La difesa ritiene che i giudici abbiano ignorato le indicazioni della Cassazione in merito all’influenza della condizione psicoemotiva vissuta da De Pace durante la pandemia.
Secondo i legali, il cosiddetto “stress da Covid” avrebbe dovuto essere valutato con maggiore attenzione nel commisurare la pena. Il mancato riconoscimento di tale fattore, a loro avviso, rappresenta un errore che deve essere riesaminato dalla Cassazione.
Un nuovo capitolo giudiziario
La richiesta di revisione della condanna potrebbe riaprire il dibattito sull’influenza di fattori psicologici nelle sentenze per reati gravi. Se la Cassazione dovesse accogliere il ricorso, il caso potrebbe tornare nuovamente in appello, riaprendo ferite ancora vive nella famiglia della vittima e nell’opinione pubblica. La famiglia di Lorena continua a chiedere giustizia e a mantenere viva la memoria della giovane studentessa.
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