Acqua, questa fa davvero bene ai reni: i medici la consigliano sempre a tutti | Non è vero che una vale l’altra
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bicchieri d'acqua - teleone.it
C’è acqua e acqua: ecco come muoversi e quale scegliere per contrastare i calcoli renali
Quando si parla di salute renale, c’è una certezza: non tutte le acque sono “uguali”. Per prevenire e contrastare i calcoli è necessario che siano presenti specifiche caratteristiche, come ad esempio un basso contenuto di minerali e una composizione chimica che supporti il corretto bilanciamento dei fluidi corporei.
È importante sottolineare che proprio la scelta dell’acqua giusta può alla lunga fare la differenza per i calcoli, sia per tutti coloro che vogliono prevenirne la formazione che per chi vuole, invece, facilitarne l’espulsione. Ma attenzione: alcune acque potrebbero addirittura peggiorare la situazione, favorendo l’accumulo di minerali dannosi per i reni.
Gli esperti consigliano di prestare particolare attenzione al residuo fisso, un parametro che indica la quantità di minerali disciolti nell’acqua. Un basso residuo fisso è preferibile, in quanto riduce il rischio di formazione di calcoli, specialmente quelli di ossalato di calcio, i più comuni.
Tra le opzioni più consigliate troviamo l’acqua con basso residuo fisso e l’acqua osmotizzata. Quest’ultima, ottenuta tramite osmosi inversa, è quasi priva di minerali e rappresenta una scelta eccellente per chi soffre di calcoli renali. Andiamo ad analizzare, nel dettaglio, quelle che sono le caratteristiche dell’acqua ideale per i reni e quali bevande è meglio evitare.
Acqua con basso residuo fisso: un alleato per i reni
L’acqua con un basso residuo fisso contiene pochi minerali e riduce il rischio di depositi renali. Il valore ideale è inferiore ai 150 mg/l, così da limitare la presenza di sostanze come calcio e ossalati, responsabili della formazione di calcoli. Molti studi suggeriscono che bere almeno due litri di acqua con basso residuo fisso al giorno possa favorire l’espulsione naturale dei piccoli calcoli e prevenire la loro ricomparsa. E, in particolare, una precisa tipologia di acqua.
L’osmosi inversa è un processo avanzato di filtrazione che rimuove fino al 98% delle sostanze disciolte nell’acqua. Questo tipo di acqua è particolarmente indicato per chi è predisposto alla formazione di calcoli renali, in quanto elimina minerali in eccesso e altre impurità potenzialmente dannose. Bevendo acqua osmotizzata, si riduce la concentrazione di calcio, ossalati e altri elementi che possono accumularsi nei reni e provocare la formazione di calcoli dolorosi.
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“Non toccare quel bicchiere”: le bevande da evitare con i calcoli renali
Chi soffre di calcoli renali deve stare attento non solo all’acqua che beve, ma anche alle altre bevande. Alcune, infatti, possono favorire la formazione di nuovi calcoli o peggiorare quelli esistenti.
Tra le bevande da limitare troviamo: Tè nero e verde: ricchi di ossalati, aumentano il rischio di calcoli di ossalato di calcio; succhi di frutta industriali: spesso contengono zuccheri aggiunti e alte quantità di fruttosio, che possono favorire la formazione di calcoli; bevande gassate: il loro alto contenuto di sodio e zuccheri aumenta il rischio di calcoli renali. E inoltre, caffè (ma in quantità eccessive): normalmente non deve essere evitato, ma con calcoli renali è consigliato consumarne limitate quantità. E infine l’alcool: disidrata l’organismo e altera l’equilibrio di calcio nei reni; e l’acqua minerale ricca di calcio: un eccesso di calcio nell’acqua può contribuire alla formazione di calcoli nei soggetti predisposti.