Cultura e Spettacoli
Questa volta ci sono Maria e Dario: uno Schiaccianoci “siciliano” al Teatro Massimo di Palermo
Tra i balletti più amati e attesi del repertorio classico, torna in scena al Teatro Massimo di Palermo, Lo Schiaccianoci, la fiaba di Natale, musicata da Pètr Il’ic Cajkovskij, tratta dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi dello scrittore romantico tedesco E.T.A. Hoffmann, riscritto da Dumas padre nel 1844.
Da sabato 14 dicembre alle 20 il balletto in due atti viene riproposto nella versione di successo, ambientata al Teatro Massimo, con le coreografie di Jean-Sèbastien Colau e Vincenzo Veneruso per il Corpo di ballo del Teatro. Sul podio dell’Orchestra del Teatro dirige la giovane e affermata direttrice slovena Mojca Lavrencic.
Maestro del Coro di voci bianche, Salvatore Punturo. Le scene, dipinte a mano e realizzate nei laboratori scenografici del Teatro Massimo, sono firmate da Renzo Milan mentre i costumi, che ricordano i dolci inconfondibili della pasticceria siciliana, sono di Cècile Flamand. Le luci sono disegnate da Maureen Sizun Vom Dorp. Assistente alla coreografia Gianluca Battaglia. Maìtre de ballet dei piccoli danzatori Roberta D’Amore.
A danzare i due ruoli principali di Maria e Dario, nelle prime due repliche (14 e 15 dicembre) sono due stelle della danza internazionale, Holly Dorger e Jonathan Chmelensky, primi ballerini del Royal Danish Ballet di Copenaghen, insigniti entrambi del titolo onorifico di “cavalieri” dalla regina di Danimarca. Negli stessi ruoli nelle repliche si alternano due coppie di solisti del Corpo di ballo del Teatro Massimo: Yuriko Nishihara e Alessandro Cascioli e Martina Pasinotti e Alessandro Casà. Repliche fino al 22 dicembre.
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La coreografia ideata dal direttore del Corpo di ballo Jean-Sèbastien Colau e da Vincenzo Veneruso per il Teatro Massimo di Palermo riscrive la favola basandosi sulla storia di E.T.A. Hoffmann, attualizzandola e ambientandola a Palermo pur rispettando i due temi principali dello Schiaccianoci e del genere “racconto di Natale”: l’elemento fantastico e l’attenzione ai problemi sociali, trattati sempre con la leggerezza della fiaba.
I personaggi principali non sono più Marie e lo Schiaccianoci, ma Maria e Dario, un povero ambulante, che vende castagne e frutta secca insieme al fratello Pietro per le strade della città di Palermo. Sarà lui, Pietro, a subire l’incantesimo del Re dei topi e a rimanere chiuso nel guscio di legno del pupazzo Schiaccianoci, nell’impossibilità di comunicare col mondo e suggerendo con questa trasformazione una metafora dei problemi che oggi opprimono molti ragazzi: la malattia, la droga, la generale difficoltà di comunicare, in un’epoca in cui si è sempre connessi. Nella riscrittura di Colau e Veneruso la grande e confortevole casa di Marie e della famiglia Hoffmann, dove si celebra la festa di Natale sotto il grande albero, è in contrasto con il mondo esterno, quello dove i ragazzi non sono accuditi e viziati tra libri, giochi e lezioni di danza, ma sono poveri, soli e costretti a procurarsi da vivere e a difendersi dalle aggressioni. Oltre questo livello, che sembra già infimo, ve ne è ancora un altro, quello dei topi a cui viene riservato uno sguardo di compassione: il Re dei topi (il personaggio del maestro Jean-George) non è cattivo, è solo affamato e frustrato per la sua costante ricerca di perfezione. Il personaggio, metà uomo e metà topo, allude alle difficoltà di una natura degradata e avvilita dalle esigenze sempre più invadenti della modernità: una natura che si riscatta alla fine dello spettacolo, quando il personaggio dell’ape, danza con i fiori sulle note leggere e avvincenti del Valzer dei fiori.
La versione di Schiaccianoci di Colau e Veneruso approda dalla fiaba a una dimensione più onirica quando, nella seconda parte dello spettacolo, Maria e Dario, sempre in cerca di Pietro, si ritrovano al Teatro Massimo di Palermo, dove il Maestro Jean-Georges ha il suo quartier generale con il “Corpo di ballo” di topi che costringe a lavorare senza sosta. Dario e Maria giungono in teatro dopo un viaggio che “sembra durare giorni” come a sottolineare la distanza che tante periferie sentono rispetto al centro cittadino, tema al centro dell’impegno del Teatro Massimo, volto a accorciare questa distanza portando i ragazzi dai quartieri periferici in teatro, proponendo laboratori e spettacoli, come già accaduto con Danisinni e Sperone. Ma la città emerge prepotentemente soprattutto nel grande banchetto finale della coreografia, dove i dolci sono l’elemento trionfale di affermazione dell’identità palermitana. Le danze, che già nel balletto di Cajkovskij hanno una connotazione culinaria (caffè, cioccolato, tè) sono ispirate qui ai dolci più golosi e affascinanti di Palermo: la dolcissima e colorata frutta di Martorana, preparata dalle monache del monastero di Santa Caterina, la Sette veli, il Cannolo, la Cassata, riprodotti nei bellissimi costumi di Cècile Flamand. Alla fine Colau e Veneruso indicano nella cultura, nella solidarietà, nell’apertura verso il prossimo, nel coraggio di mettersi in viaggio per affrontare nuove scoperte, l’unica strada che permetta di convincere gli altri e di trasformarli. E’ lo stesso Maestro di danza Jean-Georges che acconsente, convinto da Maria e Dario, a liberare Pietro dall’incantesimo che lo imprigiona nel guscio dello Schiaccianoci, per restituirlo a un mondo nuovo, non più rigido, dove la danza è un piacere naturale, un’espressione libera e non vincolata da regole o costrizioni, e segue i ritmi dei fiori e delle api. Durata dello spettacolo: 2 ore circa compreso un intervallo.
La prova generale di Lo schiaccianoci, sabato 13 dicembre alle 18:30, è aperta a favore di Lions Club. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto in iniziative di solidarietà. Per informazioni e acquisto biglietti contattare Lions Club (328 4982656 e 329 9767709) o il botteghino del Teatro Massimo (dall’11 dicembre).
Domenica 15 dicembre alle 17:30 torna anche l’appuntamento con Bambini all’Opera, il laboratorio a cura di Francesca Cosentino pensato per avvicinare i bambini (6-10 anni) alla magia del teatro. Durante il laboratorio, che si svolge nella Sala Stemmi del Teatro Massimo, viene narrata la trama de Lo schiaccianoci, si ascoltano brani, e al termine i bambini vengono accompagnati in Sala Grande per assistere alle ultime fasi di svolgimento dello spettacolo. Le animazioni teatrali sono di Marcella Vaccarino; le illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro. Info e prenotazioni tel. 329 7260846.
Calendario delle recite: sabato 14 dicembre, ore 20:00 (Turno Prime); domenica 15 dicembre, ore 17:30 (Turno D); martedì 17 dicembre, ore 18:30 (Turno C); mercoledì 18 Dicembre, ore 18:30 (Turno B); giovedì 19 dicembre, ore 20:00 (Turno F); venerdì 20 dicembre, ore 20:00 (fuori abbonamento); sabato 21, ore 18:30 (Turno danza); domenica 22 dicembre ore 18:30 (fuori abbonamento).
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