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Cronaca

Il giallo di Larimar e quel bigliettino d’addio: mercoledì autopsia, l’appello del Procuratore

L’appello: “Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque”

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“Se c’è qualcuno che sa qualche particolare che, a suo modo di vedere, può essere insignificante, o se ha paura, ce lo venga a dire: mi rivolgo ai più giovani, agli amici, ai compagni di Larimar. Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque. Consideriamo la tutela del minore come faro che indirizza il nostro operato. Non abbia timore di presentarsi, per renderci edotti di particolari che conosce sulla vicenda che per noi potrebbero essere importanti, anzi direi fondamentali. Noi siamo un ufficio che accoglie chiunque a braccia aperte, sempre e comunque”.

Le parole sono qulle del Procuratore dei minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino, che sta coordinando l’indagine sulla morte di Larimar Annaloro. La ragazza, appena 15 anni, che sognava di diventare neurochirurga, martedì si è tolta la vita a Piazza Armerina, nell’Ennese.

Per mercoledì prossimo è stata disposta l’autopsia sul corpo della ragazza, dopo che la Procura di Enna aveva restituito il corpo alla famiglia. Negli ultimi giorni al commissariato di Piazza Armerina sono stati sentiti diversi amici e compagni di scuola della 15enne che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere rimasta vittima di revenge porn e di bullismo.

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Alcuni coetanei hanno riferito che circolava la notizia di foto e video intime della giovane diffuse nelle chat e che la ragazza era stata insultata da studenti del suo liceo durante una lite con una compagna.

Questo è un dato investigativo su cui non posso dire nulla – ha spiegato il procuratore, attraverso Adnkronos – noi indaghiamo per istigazione al suicidio. Quindi, anche questo potrebbe essere un elemento utile per capire le ragioni del gesto. Il fatto di una ipotetica diffusione di materiale sarebbe una fattispecie autonoma di reato. E’ chiaro che nell’ambito delle indagini questo è un tema notevolmente rilevante, che naturalmente stiamo approfondendo”.

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L’inchiesta, intanto, va avanti. “Non andiamo – spiega Cosentino – in una unica direzione. Partiamo dal dato oggettivo che è il suicidio di questa minorenne. La prima attività, per non tralasciare nulla delle possibili cause che possano avere determinato il suicidio, è quella di partire dalla ristretta cerchia di amici e familiari. Poi ci allargheremo piano piano per cercare di acquisire quanti più elementi possibile”.

“In questa ottica – prosegue – abbiamo disposto l’esame autoptico che sarà eseguito mercoledì, ovviamente per avere informazioni utili, per possibili riscontri con elementi probatori che abbiamo adesso. Senza trascurare il fatto che un domani potremmo avere nuovi dati investigativi – dice –. Quindi, una attività come l’autopsia, ci potrebbe risultare ancora più utile un domani quando possibilmente acquisiremo nuovi elementi probatori. Naturalmente, non tralasciamo nessuna causa di questo insano gesto, episodi che possano avere indotto la ragazza a compiere questo suicidio. Ovviamente, a parte le dichiarazioni che rilasciano i genitori alla stampa, quello che conta è ciò che dichiarano a noi. Qualsiasi contributo che ci viene dato, noi lo raccogliamo e lo verifichiamo. Non ci muoviamo in una unica direzione ma in tutte per non lasciare nulla al caso e nulla di intentato”.

Fra gli elementi su cui si indaga, c’è anche un biglietto su cui si legge Ti amerò anche nella prossima vita, Lari“, che la ragazza avrebbe consegnato a un amico del suo ragazzo, destinatario del biglietto. Ma Dioslary, una delle due sorelle di Larimar Annaloro, sostiene che quella non sia la scrittura della suicida. Insomma, sono tanti i pezzi da mettere insieme in questo puzzle difficilissimo.

Larimar nel giorno della morte avrebbe avuto una discussione con una compagna. “E’ tutta da verificare l’intensità di questa discussione, da qui a verificare che possa avere influito è tutto da vedere. Il reato su cui indaghiamo – precisa il Procuratore – è istigazione al suicidio, sarebbe un passaggio ulteriore verificare se e in che misura potrebbe avere scatenato nella ragazza l’insano gesto, fermo restando che nulla esclude che la ragazza avesse già un pregresso stato di turbamento psicologico, per cui quell’episodio potrebbe essere stata la classica goccia che fa traboccare il vaso”.

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