“L’ho vista e l’ho uccisa, non so bene perché”: omicidio Sharon, la confessione shock
Moussa Sangare, fermato per gravi indizi di colpevolezza, ha ammesso di aver ucciso la barista 33enne in un attacco improvviso
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Moussa Sangare, 31 anni, è stato arrestato per l’omicidio di Sharon Verzeni, barista di 33 anni uccisa un mese fa a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo.
Fermato dai carabinieri per gravi indizi di colpevolezza, Sangare ha confessato di aver ucciso la donna a causa di un “raptus improvviso”, senza un motivo preciso. “Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”, ha dichiarato agli inquirenti.
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Il procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, ha spiegato che Sangare è stato accusato di premeditazione, poiché è uscito di casa quella sera con quattro coltelli. “L’obiettivo era evidente, voleva colpire qualcuno”, ha affermato la Rota, aggiungendo che non vi è alcun movente religioso o terroristico: “Poteva essere la signora Verzeni o uno di noi che passavamo di lì”.
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Durante le indagini, è emerso che Sangare viveva da solo in una casa occupata a Suisio, dopo essere stato denunciato dalla madre e dalla sorella per maltrattamenti. Il giorno del delitto, era uscito di casa armato di quattro coltelli, suggerendo una premeditazione.
Un coltello, ritenuto l’arma del delitto, è stato recuperato nel fiume Adda su indicazione di Sangare. La sera dell’omicidio, l’uomo non era passato dalla piazza di Terno d’Isola, luogo che frequentava abitualmente.
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