Mafia, delitto Agostino: al Pagliarelli prima udienza senza papà Vincenzo

Le accuse per gli imputati sono di duplice omicidio aggravato in concorso e di favoreggiamento aggravato

L’ultimo saluto ad Agostino, Arcivescovo Palermo “Esempio di resistenza alla mafia”

Il dibattimento è alle battute finali e, secondo le previsioni, la sentenza definitiva potrebbe arrivare nel mese di luglio. Ma per la morte di Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, nella sala bunker del carcere Pagliarelli, per la prima volta ieri è rimasta vuota una sedia, quella del “papà coraggio” Vincenzo, deceduto due settimane fa.

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Ha lottato con i denti fino alla fine, ma non ha saputo la verità sul terribile duplice omicidio del figlio della moglie, uccisi il 5 agosto del 1989. Le accuse per i due imputati, il boss dell’Acquasanta Gaetano Scotto e l’amico d’infanzia di Nino, Francesco Paolo Rizzuto, sono di duplice omicidio aggravato in concorso e di favoreggiamento aggravato.

L’avvocato di Scotto parla di un processo indiziario, guardando anche a piste interne alla polizia e ai servizi segreti, citando anche l’ultima frase della moglie di Agostino prima del delitto. Per lui la procura ha chiesto l’ergastolo, mentre per Rizzuto l’assoluzione. “Prima udienza senza il nonno Vincenzo – ha scritto il nipote Nino Morana sui social -, la sua assenza è pesante, ma noi resistiamo“.

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