Mafia, estorsioni e droga: “Terremoto” con 12 arresti fra Catania e Siracusa

Il reato di scambio elettorale politico-mafioso contestato anche ad un candidato sindaco delle amministrative 2022

siracusa

C’è anche l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, oltre a quelle di estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, con i quali dal carcere venivano gestiti gli affari.

Si tratta di alcune delle accuse contestate a 12 persone gravemente indiziate di essere organizzatori ed affiliati al Clan “Nardo” operante nell’area nord della provincia di Siracusa e ritenuta costola della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola Ercolano”.

Dieci di loro sono finite in carcere e due ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta dell’Aera Tre della Procura Distrettuale Antimafia ed eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa.

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Come emerso dalle indagini, con la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo gli arrestati sarebbero riusciti ad acquisire, in modo diretto e indiretto, il “controllo” di numerose attività economiche e imprenditoriali, prevalentemente nel settore agro-pastorale, nell’area nord della provincia siracusana.

Il reato di scambio elettorale politico-mafioso è contestato anche a Giuseppe Sorbello, ex assessore regionale ed ex sindaco di Melilli nel Siracusano. Nelle scorse elezioni amministrative del 2022 avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato. L’inchiesta è coordinata al procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Andrea Norzi e Fabio Aliotta. (foto archivio)

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