Le indagini forniscono le prime verità, sull’omicidio nel quartiere Sperone, a Palermo. Secondo gli inquirenti la lite culminata nell’omicidio di Giancarlo Romano, 37 anni, sarebbe nata per il tentativo di estorsione sui proventi illeciti delle scommesse clandestine.
Ci sarebbe in ballo anche un debito che non è stato mai onorato. Sono tre le persone fermate dopo la tragedia. Alessio Caruso, il giovane di 29 anni che è stato invece ferito all’addome – sottoposto a un intervento chirurgico all’ospedale “Buccheri La Ferla” – è stato fermato, così come il padre ed il figlio.
Ai tre vengono contestate, a vario titolo, le accuse di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso.
Così come è emerso dalle indagini, Caruso, poco avrebbe avuto, prima dell’omicidio, una discussione culminata in una sparatoria con un 55enne, di fronte ad una sala scommesse che si trova in Corso dei Mille.
Poi, la nuova lite allo Sperone, dove Romano è stato ucciso. Fondamentali, per ricostruire i fatti, le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. Due le armi utilizzate negli scontri a fuoco.
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