Una crisi idrica che, in Sicilia, non si viveva da diversi anni. Cresce la paura nella nostra regione a causa dell’anticiclone africano che sta influenzando ormai da settimane il clima generale, con l’aria calda – in arrivo dal Marocco – destinata ad aumentare anche con l’arrivo di febbraio.
Come anticipato, anche nei prossimi giorni (LEGGI) non sono previste piogge, e ci sarebbe il rischio concreto che si debba innalzare il livello d’allarme al massimo grado. L'”avvertimento” è arrivato da Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia.
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Per affrontare il problema, potrebbe non non essere sufficiente anche la riduzione dell’acqua potabile immessa nelle condotte del 10-15 per cento in tutte le province. Secondo le cifre diffuse nelle ultime ore, i dati regionali indicano che rispetto al mese scorso c’è il 12% in meno di risorse nelle dighe.
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Calo maggiore sugli invasi più in crisi, ovvero Fanaco e Rosamarina – nell’entroterra palermitano – e Pozzillo, che – nella provincia di Enna – è ai minimi storici.
A febbraio sono state convocate tutte le autorità di bacino a Roma, dove si affronteranno in particolare i problemi che riguardano la Sicilia e la Sardegna.
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