Si è trattato a tutti gli effetti di una aggressione violenta ma, cosa ancor più preoccupante, è che sia nato tutto “senza un solo motivo”.
Questa la denuncia nel racconto fatto da una delle vittime dell’aggressione a sfondo omofobo avvenuta a Palermo nella notte fra sabato e domenica. Il racconto di uno dei ragazzi coinvolti è drammatico, perché lascia intendere quanto, ancora una volta, il problema sicurezza in città sia una delle emergenze da affrontare al più presto.
“Dopo una serata con alcuni amici – ha raccontato una delle giovani vittime aggredite, nella zona del teatro Massimo – siamo andati a fare una passeggiata in via Ruggero Settimo. Era circa mezzanotte e mezza, quanto un gruppo di dodici, quindici, ragazzini tutti minorenni ci ha scrutato e fissato. E poi ci hanno urlato froci e finocchi“.
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Quando i giovani si sono avvicinati ai ragazzini, per chiedere “spiegazioni”, “per tutta risposta hanno iniziato a picchiare – è il racconto – un nostro amico seduto di spalle. Con un altro ragazzo abbiamo compreso che la situazione poteva degenerare e ci siamo allontanati per cercare di trovare una pattuglia di polizia. In giro non ce n’erano e così ci siamo diretti verso il Teatro Massimo. Da lontano abbiamo visto i nostri amici picchiati in modo violento. Tornati con la polizia, il gruppo di aggressori è scappato. Prima ci hanno minacciato di morte e ci hanno fatto segno di un arma nascosta in un borsello. Non so se fosse vero. Ma il segno era inequivocabile. Abbiamo presentato denuncia perché un fatto così grave non può passare in silenzio”.
Nella difficile situazione, nessuno ha dato aiuto ai giovani: “In via Ruggero Settimo c’era tanta gente, ma nessuno si è fermato a soccorrere i miei amici che venivano picchiati senza alcun motivo. I ragazzini, tutti minorenni, si sentivano i padroni della strada e potevano fare qualunque cosa. Una banda che aveva deciso di trascorrere la serata aggredendo qualcuno. Ci hanno visti e senza un motivo particolare hanno pensato bene che fossimo una possibile preda. Un obiettivo perfetto per il sabato notte.
Le vittime, tutti giovani di età compresa fra i 24 ed i 29 anni, sono studenti, professionisti e impiegati. “E’ stato un incubo. I miei amici – ha spiegato la vittima – sono finiti in ospedale per farsi refertare. Finire la serata al pronto soccorso non era quello che avevamo programmato per trascorrere una serata tra amici. Abbiamo presentato denuncia”.
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