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“Devi fare la fine di Giulia”: la furia di un genitore contro una 17enne, la polemica

L’incredibile episodio nel corso di una partita di basket, dove la giovane arbitro viene accusata da un genitore. La polemica

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giulia cecchettin

E’ accaduto proprio nella stessa giornata dei funerali di Giulia Cecchettin, la giovane 22enne di Vigonovo, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, viene riportato lo sfogo di un papà, preoccupato per la propria figlia.

Si tratta di una ragazza di appena 17 anni, aggredita verbalmente da un adulto, nel corso di una partita che stava arbitrando. Le avrebbe augurato di fare “la stessa fine di Giulia”. La denuncia è arrivata dal papà della adolescente, proprio nel corso di una gara di basket del campionato Under 17.

I fatti sono avvenuti nella provincia di Padova. La 17enne stava arbitrando e sarebbe stata presa di mira dal genitore di uno dei giocatori. L’accusa era quella di “favorire la squadra avversaria”. Immediato è stato l’intervento del padre della 17enne, fortunatamente spalleggiato anche da molti altri familiari presenti alla partita. La Federazione sportiva, d’altro canto, si è subito schierata dalla parte della giovane arbitro, offrendole piena tutela e promettendo seri provvedimenti dopo l’increscioso episodio. (continua sotto la foto)

“Di fronte ad un fatto del genere dobbiamo indignarci perché questo orribile episodio sia avvenuto. E perché, quotidianamente, in ogni ambito sociale, accadano episodi di violenza come questi. Dobbiamo indignarci – è il messaggio pubblicato sui social – perché prima di questa frase l’uomo aveva già iniziato da diversi minuti ad offendere l’arbitra. Come se fosse normale. Come se fosse una consuetudine radicata offendere gli arbitri”.

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“Dobbiamo indignarci – prosegue il messaggio – perché ciò che viene fatto per cercare non solo di migliorare la cultura sportiva, ma soprattutto di arginare l’enorme problema della violenza contro le donne, è insufficiente. Dobbiamo indignarci perché questo episodio è lo specchio della società in cui viviamo. Una società che si auto-assolve al grido di ‘non siamo tutti così’, dimenticandosi del focus del problema: risolverlo. Anche questo episodio, come tutti, creerà scalpore per alcune ore, salvo finire nel dimenticatoio in attesa del prossimo. Su un campo da basket, in un ufficio, sull’autobus, in discoteca, tra le mura domestiche”. Questo il contenuto di un post pubblicato dal gruppo La Giornata tipo.

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