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“Come accoltellare punti vitali”: omicidio Michelle, ecco le ricerche online

Dalle indagini sui movimenti del giovane, reo confesso, emergono adesso particolari scioccanti sull’omicidio: ecco le verità venute a galla

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Andrà a giudizio nel febbraio prossimo, giorno 6, il giovane di 17 anni che lo scorso 28 giugno avrebbe ucciso a coltellate Michelle Causo, sua coetanea, nel quartiere romano di Primavalle.

Il giovane si è poi disfatto del corpo lasciandolo in strada dentro un carrello della spesa. Questa la decisione del gip del tribunale dei minorenni di Roma, che ha accolto la richiesta arrivata dal pm. Di origine cingalese, il 17enne dovrà rispondere di omicidio aggravato, fra l’altro, anche da premeditazione, occultamento e vilipendio di cadavere.

La ragazza fu uccisa in un appartamento di via Dusmet, nel quartiere alla periferia nord della Capitale. Il suo corpo, infilato in un sacco della spazzatura, è stato ritrovato poco distante. Il giovane lo scorso luglio aveva spiegato ai magistrati che la ragazza sarebbe entrata nel suo appartamento con l’intenzione di riscuotere un debito per della droga, aggredendolo. Lui, a quel punto, avrebbe preso dalla cucina il coltello.

Dalle indagini sui movimenti del giovane, reo confesso, emergono adesso particolari scioccanti sull’omicidio. Secondo quel che è venuto a galla, il giovane avrebbe infatti studiato in anticipo come uccidere la coetanea.

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Su internet, infatti, avrebbe espressamente cercato come sferrare le coltellate in punti vitali. Queste, alla fine, furono 23, con una lama di una dozzina di centimetri, come spiega oggi il Corriere della Sera. E fra le novità degli atti c’è una serie di messaggi tra vittima e assassino, con quest’ultimo che le aveva dato appuntamento, la sera prima dell’omicidio, in un luogo appartato: “Porta 60 euro e qualche canna“, le aveva detto, ma per una serie di circostanze non accadde nulla.

L’omicidio, forse pensato per quella sera, matura poi la sera dopo. Quello che emerge dall’ordinanza è che tra i due non c’era un rapporto amoroso (solo amicizia), non c’erano state liti e lei non lo aveva mai minacciato, a differenza di quanto sosteneva l’imputato nella sua linea difensiva.

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