Sono pur sempre il papà e la mamma, ed hanno scelto assieme di “non abbandonarlo”. Quel ragazzo, fino ad un mese fa, veniva da loro considerato un “figlio perfetto”, ma si è poi dimostrato capace di un terribile femminicidio.
I genitori di Filippo Turetta, alla fine, hanno deciso che era giunto il momento di incontrarlo, dopo avere “saltato” la prima occasione. La prima volta – dopo il delitto di Giulia Cecchettin – è avvenuta nel carcere di Verona, dove è detenuto da otto giorni. Nicola Turetta ed Elisabetta Martini sono entrati nell’istituto penitenziario nella giornata di ieri ed hanno parlato con il figlio per circa un’ora.
Hanno pianto, si sono abbracciati e l’ex studente di ingegneria biomedica ha ripetuto parole già usate davanti ai magistrati: “Devo pagare tutto fino alla fine, ho fatto qualcosa di terribile, ho perso la testa, ma non volevo e so che non potrete mai perdonarmi”.
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I due hanno lasciato poi il carcere in lacrime, ringraziando gli agenti della polizia penitenziaria per il loro lavoro di custodia, e hanno promesso al figlio che torneranno.
Le indagini, intanto, proseguono, anche se chi sta indagando ritiene esaustivo l’interrogatorio di nove ore reso da Turetta due giorni fa. Al momento non ne sono stati programmati altri per ora. Il 21enne aveva sostenuto di “avere perso la testa” l’11 novembre scorso, quando Giulia gli aveva ribadito che non c’era spazio per riallacciare una relazione e che doveva smetterla di seguirla e ricattarla psicologicamente. Lui ha detto che era “ossessionato” da lei.
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