Quando la realtà supera il più atroce degli incubi, ovvero quello dell’ennesimo femminicidio, diventa beffarda e dunque ancor più insopportabile se la giustizia non è tale fino in fondo.
Dimitri Fricano, che nel 2017 uccise la 28enne Erika Preti (nella foto) infierendo sul suo corpo con ben 57 fendenti, non sconterà in carcere i restanti 30 anni bensì tra le mura della propria abitazione.
Il motivo, sebbene riconducibile a un problema di salute, disorienta non poco: l’uomo è obeso e per questo motivo la prigione non è un luogo adatto alle sue condizioni.
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Se poi si va a scavare nei dettagli, ci si accorge che la motivazione dell’assassinio è a dir poco futile. Teatro del misfatto è San Teodoro (Sassari), quando, poco prima di andare in spiaggia, lei l’aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole.
Stando alla decisione del tribunale, si ritiene che Fricano non sia “compatibile con il regime carcerario”. Si fa per questo riferimento ai vari problemi di salute dell’uomo dove si specifica che dai 120 chilogrammi di peso di quando era entrato nel penitenziario è arrivato a 200. Peso che comporta difficoltà di deambulazione, aggiunta all’impossibilità di seguire una dieta all’interno del carcere, creando dunque un “pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare”.
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