“Se non ve ne andate, vi spacchiamo la testa. Ci avete rotto, qui non ci dovete venire“. E alla luce dei fatti, è effettivamente andata così, in via Montalbo, a Palermo.
Un componente della troupe di Rete 4, che si trovava lì per cercare di intervistare le famiglie dei sette ragazzi dello stupro del Foro Italico, è stato alla fine mandato al pronto soccorso di Villa Sofia dove gli sono stati diagnosticati sei giorni di prognosi per un colpo di casco sul cranio.
Sull’episodio sta indagando la polizia, che ha acquisito i filmati perché si vedrebbero in volto gli autori dell’aggressione, che quindi potrebbero essere identificati.
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Tutto ciò accade in un clima di veleni, e, secondo i giudici, nell’ordinanza che disponeva l’arresto di Maronia, La Grassa e Arnao, la giovane che era stata violentata era già diventata ed era già stata fatta “bersaglio di minacce, veicolate da terze persone, nell’interesse degli indagati, evidentemente tese a destabilizzarla emotivamente, in un momento di comprensibile difficoltà”.
La diciannovenne sarebbe infatti stata contattata per ritrattare tutto: al telefono, passato dalla sua più cara amica, la stessa con cui ha recentemente “rotto”, c’era una voce femminile che le intimava di ritirare la denuncia contro il gruppo, altrimenti ci sarebbero state gravi conseguenze. Un avvertimento che aveva preso sul serio, anche per paura che qualcuno potesse fare male al fidanzato, ma che comunque non le aveva impedito di mettere al corrente i carabinieri dei nuovi accaduti.
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