“I lavori, secondo procedura, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno”: sono state, inizialmente, le Ferrovie dello Stato a sottolineare come, a causare la tragedia di Brandizzo, possa esserci stato un problema di “comunicazione”.
Nelle ore successive alla strage del Torinese si cerca di fare chiarezza, e come ha poi evidenziato la Rete ferroviaria italiana – che affida i lavori anche a imprese esterne – i lavori vengono eseguiti in assenza di circolazione dei treni. “Un cantiere di quel tipo – dice Rfi – può essere attivato soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa, in questo caso dell’impresa appaltatrice, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione del traffico ferroviario concessa da parte del personale abilitato”.
Solidarietà per la morte dei cinque operai sono arrivati nel corso della giornata di ieri: dalle parole del ministro per i Trasporti, Matteo Salvini, con il Mit che aperto una propria inchiesta, a quelle dell’intero governo, insieme al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Senato, Ignazio La Russa. Reazioni locali anche dalla Calabria e dalla Sicilia, regioni d’origine rispettivamente di una e di due delle cinque vittime. Lutto per il Piemonte e per una serie di cittadine legate alle vittime in regione.
Alzano la voce anche i sindacati: il segretario regionale del Piemonte della Cgil, Giorgio Airaudo, ha parlato di una “nuova Thyssen”, ricordando l’incidente nell’acciaieria del capoluogo piemontese che nel dicembre del 2007 costò la vita a sette operai. La decisione collettiva delle rappresentanze, da Maurizio Landini alle Usb, è stata poi uno sciopero dei manutentori di Rfi per oggi, mentre lunedì Vercelli è pronta a uno sciopero generale dei trasporti.
Come anticipato, va avanti anche la magistratura, che con la pm Giulia Nicodemi ha coordinato nell’immediato i rilievi di polizia ferroviaria e carabinieri, accorsi sul posto con vigili del fuoco e ambulanze e ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo al momento contro ignoti. Immediata la sospensione nel tratto fra Settimo e Chivasso della circolazione ferroviaria su quella che è la linea storica della Torino-Milano, con bus sostitutivi. Nella serata di ieri il ritorno alla normalità.
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I due operai che hanno evitato il treno sono stati dimessi solo a sera, dopo ore di sostegno psicologico fornito nell’ospedale della vicina Chivasso. Un servizio che si è reso necessario allo stesso modo per chi guidava il convoglio e per l’altro macchinista che gli era accanto.
I primi ad essere interrogati, già nel pomeriggio dopo le dimissioni dall’ospedale di Chivasso, sono stati i due macchinisti del treno, di 52 e 29 anni, entrambi residenti a Torino. Sotto indagine c’è il rispetto della procedura di sicurezza vigente. Il passaggio del treno era previsto, così come il cantiere di manutenzione che, in quel punto all’ingresso della stazione di Brandizzo, prevedeva la sostituzione di alcuni metri di rotaia al binario 1. Proprio quello dove il treno in transito, a 160 chilometri orari, ha falciato i cinque operai uccidendoli sul colpo.
Di “mancanza di comunicazione” hanno parlato anche alcuni operai al sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni: “Da notizie che ho avuto dagli operai presenti, pare ci sia stato un problema di comunicazione tra la squadra presente sul posto e chi doveva coordinare i lavori. Ma sarà la magistratura a fare chiarezza su quello che è successo”.
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