Cronaca
Via d’Amelio, il giorno del ricordo: Meloni a Palermo, ma non sarà alla fiaccolata
Nel capoluogo anche la segretaria del Pd Elly Schlein per l’anniversario dell’attentato, ma non dovrebbe incrociarsi con la premier
E’ il giorno del ricordo, in via D’Amelio. Il 19 luglio di 31 anni fa la strage in cui furuono assassinati il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina. Saranno entrambe a Palermo la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein per l’anniversario dell’attentato, ma non dovrebbero incrociarsi.
La premier deporrà una corona nella caserma Lungaro, dove sarà interdetto l’accesso alla stampa con la motivazione di una cerimonia riservata, ma non parteciperà alla fiaccolata a via D’Amelio dove invece è attesa la segretaria dem. Certo è che l’attenzione da parte delle forze dell’ordine è massima, dopo gli scontri che hanno macchiato le celebrazioni per la strage di Capaci.
La presidente del Consiglio alle 8.50 deporrà la corona nella davanti alla lapide in memoria dei poliziotti uccisi: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
A seguire la presidente del Consiglio farà visita alle tombe di Giovanni Falcone nella chiesa di San Domenico e di Paolo Borsellino nel cimitero di Santa Maria di Gesù. Poi alle 10 presiederà il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, alla presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, del capo della procura Maurizio de Lucia e dei vertici delle forze dell’ordine. Probabile che partecipi alle 12.30 anche alla messa officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice nella chiesa di Santa Maria in piazza della Pietà alla Kalsa, dove Falcone e Borsellino giocavano da bambini.
Non sarà presente per questioni di sicurezza, salvo contrordini dell’ultimo momento, alla tradizionale fiaccolata organizzata ogni anno dalla destra e che partirà alle 20 da piazza Vittorio Veneto per raggiungere via D’Amelio. Fonti di FdI non escludono però in modo netto che la premier non faccia un passaggio in via D’Amelio nell’arco della giornata.
“Falcone e Borsellino sono stati due martiri della lotta alla mafia – ha detto la premier parlando da Bruxelles dove era in corso il vertice Ue-Celac – e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato, sono stati loro ad averci insegnato quanto fosse importante combattere la mafia, combattere il crimine organizzato, anche lavorando fuori dai propri confini nazionali, con organizzazioni criminali che erano sempre più potenti e che non riguardavano più solamente le nostre società”, ha spiegato.
“E’ la ragione per la quale 23 anni fa le Nazioni unite hanno avviato, proprio a Palermo nella città di Falcone e Borsellino, quella che noi conosciamo come convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e credo che questo sia un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui possiamo continuare a lavorare insieme perché l’Italia è riconosciuta per essere una delle Nazioni che hanno il know how maggiore”.
Sarà certamente in via D’Amelio Elly Schlein, che parteciperà al minuto di silenzio assieme alle Agende rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, nell’ora esatta della deflagrazione di 31 anni fa: le 16.58. Nel luogo dell’attentato, la segretaria Dem troverà anche i manifestanti del corteo promosso dalla Cgil e da altre associazioni e movimenti di sinistra con lo slogan ‘Basta Stato-mafia’. Non ci sarà la Cisl, che ha preso le distanze dall’iniziativa ma sarà in via D’Amelio con i propri dirigenti.
Il serpentone partirà alle 15 dall’albero Falcone, in via Notarbartolo, proprio dalla strada, dove lo scorso 23 maggio nei minuti finali della giornata di commemorazione della strage Falcone, ci furono gli scontri tra alcuni manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa che respinse chi voleva raggiungere il palco dove Maria Falcone stava parlando per chiudere le celebrazioni. Un episodio che ha creato uno strappo tra il comitato promotore del corteo autorizzato e la questura. Lunedì, durante un colloquio, Salvatore Borsellino ha assicurato al questore Leopoldo Laricchia che “non ci saranno disordini”.
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