“Mancano gli anestesisti”: chiuse tre sale operatorie nell’ospedale di Biancavilla

Tre sale operatorie dell’ospedale di Biancavilla sono costrette a chiudere per la mancanza degli anestesisti: urgenze a Paternò

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Le sale operatorie di chirurgia, ortopedia e ginecologia sono costrette a chiudere. Accade nell’ospedale Maria Santissima dell’Addolorata di Biancavilla, dove mancano gli anestesisti.

Ciò è avvenuto a seguito della loro astensione alle prestazioni incentivanti pagate oltre le 48 ore contrattuali. Dal prossimo primo giugno, come si apprende, rimarranno soltanto nove dei 20 anestesisti presenti nell’organico dell’ospedale. Saranno ad ogni modo garantite le emergenze: per le urgenze i pazienti saranno trasferiti a Paternò.

Il nosocomio della cittadina in provincia di Catania, considerato fra le eccellenze della sanità della zona sud-occidentale dell’Etna, è stato inaugurato nel giugno del 2018 con unità operative di Ginecologia, Ostetricia, Pediatria, Chirurgia, Ortopedia, Radiologia e sale operatorie, oltre ad un nuovo pronto soccorso e la Rianimazione.

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“Negli ospedali siciliani c’è enorme carenza di personale medico nei reparti di Anestesia e Rianimazione”, era stata la denuncia di Gianluigi Morello, presidente della sezione siciliana dell’Aaroi-Emac, Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri–Emergenza e area critica, che ha portato alcuni dati a supporto”: “Stando alle piante organiche approvate nella scorsa legislatura, dovrebbero annoverare al loro servizio circa 1.459 anestesisti (esclusi i direttori delle UOC) mentre ad oggi se ne contano solo 952”. “Questi dati si traducono con una copertura, su base regionale, delle dotazioni organiche previste pari al 65%”.

“Se nelle città di Palermo, Messina e Catania la percentuale di copertura sfiora in alcuni casi sporadici il 90%, nelle periferie – prosegue Morello – questa percentuale scende drasticamente e tragicamente a sfiorare il 20%. Non ci riferiamo solo alle remote Pelagie o ai presidi attorno ai Nebrodi, ma anche e soprattutto alle popolose aree di Gela e del Calatino, di Ragusa e della provincia, di Agrigento e dintorni, e così via per Enna, Caltanissetta, Trapani e Siracusa”. 🖋 CONTINUA A LEGGERE su teleone.it

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