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Clochard vince 300mila euro, paga debiti e aiuta la Caritas: “Il bene torna indietro”, la storia

Clochard vince 300mila euro, parente li fa “congelare”: la svolta in tribunale, poi l’aiuto alla Caritas: “Il bene torna indietro”

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La “svolta” nella propria vita, nel modo più incredibile ed inaspettato. Dalle esibizioni ai semafori, per avere qualche spicciolo, alla gestione di un patrimonio da 300 mila euro, vinto al “Gratta e vinci”.

Protagonista della vicenda, Tiziano Pellonara, un ex clochard di 63 anni, che a Jesi era conosciuto come “l’uomo col cappello”. Era un operaio dell’ex Italim, con sede a Pescara, che a sette anni dalla pensione aveva lasciato il lavoro. Ma dopo aver utilizzato il Tfr per spese per sé e per la madre, si era ritrovato costretto a lavorare per strada.

Si piazzava al semaforo e dava vita a degli show per gli automobilisti, per raggranellare qualche spicciolo. Poi, la svolta. Nell’estate della pandemia, quella del 2020, entra in ricevitoria e al “Gratta e vinci” porta a casa 300mila euro (240mila netti). Doveva essere la definitiva svolta, ma ad un certo punto il patrimonio veniva “congelato”.

E lui, tiziano, senza perdersi d’animo, era costretto a tornare al semaforo. “Non capivo il perchè – ha raccontato – e la decisione è stata una sorpresa”. Come poi emerso, grazie all’aiuto di un amico avvocato, la causa era da ricercare nella denuncia di un parente, che aveva denunciato alla procura di Ancona che l’uomo sarebbe stato circuito da qualcuno, ed i soldi sarebbero finiti. A marzo, la buona notizia: revocato il sequestro e disposta la restituzione della somma. Nell’esame delle spese dell’uomo, dopo la vincita, era emerso, oltre al pagamento dei 60mila euro di tasse e di debiti o multe, anche una donazione alla Caritas.

“Sono riconoscente alla Caritas, mi hanno aiutato e non me lo scordo. Se fai del bene, ti torna indietro”, ha raccontato Pellonara. Per mettere a tacere altri familiari, ci sarà un legale a gestire il patrimonio, nonostante Tiziano sia stato giudicato dal tribunale in grado di farlo. “Non tornerò più al semaforo. Ma la mia vita – ha sottolineato – non cambia: resterò con mia madre che ha bisogno di me e una volta l’anno vado a Loreto, a ringraziare”.

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